il caso
Alfonso Signorini indagato per violenza sessuale ed estorsione
La Procura di Milano ha aperto un’indagine a seguito della querela presentata il 24 dicembre dall’ex concorrente del Grande Fratello, Antonio Medugno
Le ipotesi di reato sono violenza sessuale ed estorsione. Con queste accuse la Procura di Milano ha aperto un’indagine a carico del giornalista e conduttore televisivo Alfonso Signorini, dopo la querela presentata lo scorso 24 dicembre da Antonio Medugno, ex concorrente del Grande Fratello. Si tratta di un atto dovuto a seguito della denuncia, ora al vaglio degli inquirenti.
Il fascicolo è seguito dalla pm Letizia Mannella, responsabile del Quinto Dipartimento della Procura milanese, che si occupa della tutela delle fasce deboli. Medugno, assistito dagli avvocati Cristina Morrone e Giuseppe Pipicella, ha chiesto di procedere penalmente nei confronti del conduttore, ritenendo di essere stato vittima di condotte penalmente rilevanti. Le accuse sono ora formalmente iscritte e saranno oggetto di accertamenti.
L’inchiesta si inserisce in un contesto più ampio emerso nelle scorse settimane, dopo le dichiarazioni pubbliche di Fabrizio Corona, che attraverso il suo format Falsissimo aveva parlato di un presunto sistema di favori sessuali legati alla partecipazione al Grande Fratello o all’accesso alla "casa" del reality. Accuse che Signorini ha sempre respinto e che hanno portato lo stesso conduttore a presentare una querela contro Corona per diffusione illecita di materiale privato.
Proprio nell’ambito di quest’ultimo procedimento la Procura ha acquisito e sequestrato foto, video e conversazioni, materiale che avrebbe contribuito a spingere Medugno a farsi avanti e a depositare la sua denuncia. Gli inquirenti stanno ora valutando la documentazione e le dichiarazioni raccolte, per verificare la fondatezza delle accuse.
Quella di Medugno potrebbe non restare un’iniziativa isolata. In queste ore anche Gianluca Costantino, ex concorrente del Grande Fratello Vip, starebbe valutando la presentazione di una querela analoga, assistito dal suo legale.
Nel frattempo, Signorini ha deciso di autosospendere i propri impegni professionali, mentre i suoi avvocati parlano di una campagna diffamatoria e ribadiscono la totale estraneità del loro assistito ai fatti contestati.
L’indagine è nella fase iniziale. Come previsto dalla legge, l’iscrizione nel registro degli indagati non equivale a un accertamento di responsabilità: spetterà ora alla magistratura chiarire quanto accaduto e stabilire se le ipotesi di reato contestate trovino riscontro. Tutte le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.