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Il governo scioglie il Comune di Mezzojuso per infiltrazioni mafiose

Di Redazione |

ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Mezzojuso (Palermo), e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una Commissione di gestione straordinaria.

il Comune di Mezzojuso  era da tempo sotto la lente del Viminale e nel giugno scorso l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini inviò in municipio gli ispettori antimafia anche in seguito ai tanti servizi realizzati dalla trasmissione di Massimo giletti «Non è l’arena» sulle sorelle Napoli. In uno di questi, nella puntata andata in onda il 12 maggio scorso su la 7 – al sindaco Salvatore  Giardina fu contestato dal conduttore di aver partecipato nel 2006, mentre era assessore, alla tumulazione del boss mafioso don Cola La Barbera. In un primo momento il sindaco aveva ammesso la sua partecipazione a quelle esequie come a tante cui aveva preso parte, nel corso degli anni, ma poi smentì.

Lo spunto per realizzare quella trasmissione fu proprio la vicenda delle tre sorelle Napoli, che affermano di essere minacciate da anni dalla mafia “per costringerle a cedere la proprietà dei loro terreni o la gestione della loro azienda agricola».

Giletti ha scritto un libro su di loro dal titolo “Le Dannate”. «Dal momento in cui lessi per la prima volta la loro storia, – afferma l’autore – mi resi conto che dentro c’era qualcosa di fatale. Lì per lì non sapevo nemmeno io cosa fosse, ma dentro di me sapevo che nella battaglia condotta da quelle tre donne indomite contro la mafia c’era qualcosa che andava oltre ogni stereotipo».

Il conduttore ha dedicato varie trasmissioni a questa storia «piano piano, puntata dopo puntata, mentre il grande pubblico si appassionava alla vicenda incredibile e vergognosa di Marianna, Ina e Irene, mi rendevo conto – continua Giletti – che nei fatti che si susseguivano nelle campagne di Mezzojuso c’era anche dell’altro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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