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Ricostruita la rotta dell’hashish recuperato in spiaggia a San Leone

Di Redazione |

AGRIGENTO – Il grosso carico di hashish, ritrovato lunedì sulla spiaggia di San Leone, ad Agrigento, potrebbe essere naufragato a largo di Trapani. Da quel punto, le correnti potrebbero essere riuscite a trascinare a Nord e a Sud gli scatoloni che, verosimilmente, erano stati creati per galleggiare. I 50 pezzi hashish farebbero parte di uno scatolone che verosimilmente s’è smembrato a causa delle correnti marine e dall’essere rimasto in acqua da tempo.

E’ questa l’ipotesi investigativa – secondo quanto filtra dalla Procura di Agrigento – sulla quale investigatori e inquirenti stanno lavorando. L’ipotesi del naufragio a largo di Trapani coincide con l’ipotesi di una nave «madre» straniera – tipo un peschereccio o barca a vela – che consegnerebbe, in quello che è un traffico internazionale di stupefacenti, gli scatoloni ricolmi di «roba» a corrieri locali che arrivano sulle coordinate concordate con motoscafi veloci.

I panetti di hashish fino ad ora ritrovati e sequestrati, a San Leone e a Relmonte per l’Agrigentino e a Castelvetrano e Marsala per il Trapanese, sembrano essere tutti della stessa fattura. Ma a chiarirne il contenuto saranno gli esiti degli esami di laboratorio il cui incrocio è ancora in corso. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio. 

Come è noto si sospetta che sia sia un legame tra la droga rinvenute sulle spiagge e tre sub trovati morti nelle ultime due settimane, a Tusa, Cefalù e Termini Imerese, e rimasti senza identità. C’è la possibilità che un’imbarcazione che trasportava droga sia affondata e i sub sarebbero morti nel tentativo di mettersi in salvo. Oppure i sub sarebbero stati utilizzati per recuperare i pacchi di droga, con gps, che viaggiano ancorati con le reti nelle chiglie delle navi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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