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La Regione scommette sui borghi abbandonati: 50 milioni per la rinascita

Di Redazione |

PALERMO – Almeno 50 milioni per ripopolare i borghi e i piccoli centri abbandonati della Sicilia. E’ la sfida del Governo Musumeci, annunciata oggi dallo stesso governatore a margine della cerimonia di premiazione del Bando borghi abbandonati, promosso da Fondazione Sicilia nel 2019 per valorizzare quei centri altrimenti destinati a spopolamento e incuria. «La Regione non può non essere dalla parte dei borghi sia quelli popolati che quelli spopolati – ha detto il governatore -, servono politiche di sviluppo coordinate ed è per questo che con la Fondazione Sicilia vogliamo avviare una stagione di confronto e collaborazione, coinvolgendo anche l’Anci».

«E’ chiaro che ci siamo trovati in una condizione di assoluta difficoltà – ha proseguito il presidente della Regione – perché bisognava intervenire 20-30 anni fa quando si era accesa la lampadina dell’allarme. Invece, nessuno ha voluto raccogliere quel grido di disperazione che veniva dalle aree povere, degradate ma potenzialmente suscettibili di crescita e sviluppo». Con i fondi che la Regione intende stanziare alcune decine di centri storici potranno «riqualificarsi, tornare a diventare poli di attrazione».

«Questa è la scommessa e l’obiettivo di questo Governo – ha puntualizzato Musumeci -. Pensiamo di poter varare entro l’anno un bando che possa consentire alle Università e agli Ordini professionali di mettersi attorno a un tavolo con la Regione per elaborare un progetto serio e costruttivo».

Per questo progetto sperimentale che dovrebbe essere rivolto ad almeno «10-15 piccoli Comuni, interessati da un accentuato fenomeno di calo demografico pensiamo di poter mettere a disposizione alcune decine di milioni. E’ una scommessa».

L’esempio dal quale partire potrebbe essere quello del progetto di recupero e riqualificazione del centro storico di Salemi (Trapani). Il progetto «Riabitare Alicia» (il nome dell’antica città), presentato dal dipartimento Architettura e design del Politecnico di Torino, è stato scelto e premiato (altri tre sono stati segnalati) dalla Fondazione Sicilia che nel 2019 ha promosso un’iniziativa per la valorizzazione dei centri minori.

Sono tante, ha aggiunto Raffaele Bonsignore presidente di Fondazione Sicilia, le ragioni del declino dei borghi: «Quelle naturali riconducibili ai fenomeni di spopolamento e quelle economiche e sociali collegate alla crisi dell’agricoltura e delle altre attività produttive tradizionali».

Un quadro delle tendenze depressive ma anche dei progetti di rilancio è stato dato dall’urbanista Maurizio Carta mentre Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale dei «Borghi più belli d’Italia», ha dato indicazioni sull’entità dei fenomeni di spopolamento. Novara di Sicilia, nel Messinese, aveva per esempio 9 mila abitanti. Ne sono rimasti meno di mille. Nel 2019 si sono registrate 21 morti e solo tre nascite.

L’andamento demografico negativo tocca gran parte dei 132 comuni dell’entroterra e dei 21 borghi siciliani.

Il progetto su Salemi, che reca ancora le ferite del terremoto del ’68, offre riferimenti e linee generali anche alle politiche del territorio. Nel caso concreto prevede interventi orientati al recupero architettonico che diano valore ai luoghi non solo «in chiave nostalgica rispetto alla memoria del passato ma attraverso uno sguardo propositivo rivolto al futuro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA