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Anche le preghiere per invocare la pioggia nell’entroterra siciliano

Di Gandolfo Maria Pepe |

MARIANOPOLI – Non piove da quasi tre mesi nelle campagne del Vallone, il “granaio” del Nisseno, con decine di centinaia di aziende agricole in difficoltà per mancanza di foraggio e il rischio di un’annata agraria fallimentare. E così ieri mattina c’è stata una processione per “invocare” la pioggia, con la partecipazione della Diocesi, rinnovando la tradizione millenaria delle rogazioni, preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie.

In processione, dal Santuario del Signore di Bilici (meta di pellegrini durante tutto l’anno), il Santissimo Crocifisso e Sant’Antonio Abate, protettore degli allevatori e agricoltori.

Si sono ritrovati in 600 da tutto il Vallone, per implorare la fine della siccità. Alle 11.10 l’inizio della celebrazione della messa ed a seguire la processione, per concludersi tutto poco dopo le 13. Un 3 maggio bis, quel giorno in tanti si recano al Santuario per fede, devozione, per pregare ed invocare una buona riuscita della raccolta oramai prossima, con preghiere, atti di penitenza e processioni. Terreni e campagne verdi, come se fosse tarda primavera ed arse di acqua. Quest’anno la Chiesa diocesana da sempre accanto al mondo del lavoro, dei contadini si è mobilitata, chiamando a raccolta i fedeli per pregare ed invocare il dono della pioggia. Una messa e una processione molto partecipata, nonostante ieri fosse l’ultima domenica di carnevale, celebrata dal vicario generale, monsignor Giuseppe La Placa coadiuvato dall’arciprete di Marianopoli Bernardo Briganti e da don Enrico Gambino di Termini Imerese. In processione è stato portato il Crocifisso di Bilici e il protettore degli agricoltori Sant’Antonio Abate, per implorare la fine della siccità.

Monsignor La Placa ha chiesto ed invocato il refrigerio della pioggia per le terre. «Con grande stupore e commozione – afferma il vicario – ho visto tanta gente presente, qui non per curiosità, ma per esprimere la propria fede e chiedere a Dio, con la consapevolezza che lui c’è lo concederà. Abbiamo chiesto tutti e con tutta la nostra fede che questa calamità della siccità possa cessare. Siamo preoccupati ma anche molto sereni, la pioggia arriverà ed avremo dei buoni raccolti. Quello di oggi è stato un atto penitenziario, in cui abbiamo chiesto l’arrivo della pioggia. L’acqua, la pioggia da sempre sono il simbolo della relazione di Dio con gli uomini, il cielo prende l’acqua dalla terra e la restituisce all’uomo. Dio non rifiuta nulla al proprio figlio. Chiediamo il dono della pioggia, i frutti dai nostri campi, che possono essere numerosi. Chiediamo il miracolo, l’alternarsi dei tempi e delle stagioni».

Nel Vallone l’attività principale è l’agricoltura, Marianopoli lega il suo stesso nome al feudo “manchi”, così come vengono chiamati i suoi abitanti. Queste terre hanno ispirato pure il poeta Bevilacqua a tradurre in versi il famoso testo “Il Ratto di Proserpina”, che scese sulla terra ad insegnare gli uomini a lavorare i campi. A Marianopoli e nel Vallone, l’agricoltura resta la principale attività e il legame con Bilici resta indissolubile. Ogni contadino credente volge lo sguardo al miracoloso Crocifisso, dove ogni anno il 3 maggio si chiede la benedizione dei campi, quest’anno si è chiesto il dono della pioggia per salvare la stagione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA