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Coronavirus: tra voli cancellati e soste obbligate: l’odissea dei ragazzi siciliani

Di Gianluca Reale |

Catania. Telefoni di consolati e ambasciate italiani che squillano a vuoto. Frontiere che si chiudono, voli cancellati, biglietti con prezzi alle stelle sui quelli “garantiti” da Alitalia, sempre che ci siano posti liberi. Per i siciliani bloccati fuori dall’Italia il rientro a casa è quasi una “mission impossibile”. Dalle Maldive al Centro America passando per l’Europa, per tanti la situazione resta complicata. Come il caso di un giovane uomo catanese, positivo al tampone del Covid-19 e bloccato in quarantena alle Maldive. Per trovare una soluzione è in prima linea anche il deputato regionale Gaetano Galvagno. «Con mia moglie – racconta l’uomo – siamo arrivati il 7 marzo, il 14 ci hanno fatto il tampone e siamo risultati positivi. Ci hanno spostato dall’albergo a un ex villaggio turistico ormai chiuso. Siamo in 12, condividiamo 3 bagni, dormiamo in letti allestiti nelle aree comuni, siamo massacrati dalle zanzare, i servizi di pulizia scarseggiano. Dal consolato italiano alle Mauritius nessuna risposta, si è fatta viva solo una dipendente del consolato a Colombo, in Sri Lanka».

L’uomo siciliano racconta di «essere in ottima forma, avrebbero potuto farci restare in albergo, non abbiamo nessun sintomo. Invece siamo stati messi qui, accanto a una piscina di acqua putrida, trattati come in uno dei nostri centri di prima accoglienza per i migranti. Non so quando ci faranno andare via».

Altra zona calda è il Centro America. Problemi per una imprenditrice catanese partita l’8 marzo con marito e figlio. «A Panama – racconta – gli italiani sono considerati degli appestati. Ieri al ristorante non ci hanno fatto neanche sedere». Il rientro è previsto per sabato via Madrid, partenza dal Costa Rica. «Per adesso il volo è confermato, ma da Madrid a Catania ci hanno cancellato ben due voli. Non possiamo certo restare a Madrid, stiamo cercando delle alternative, ma tutto è a carico nostro, i costi sono alti». A Panama City anche Jacopo, giovane catanese: il suo volo dovrebbe partire il 9 aprile dal Costa Rica, ma a Panama stanno per chiudere le frontiere. Ieri pomeriggio doveva andare in ambasciata italiana per chiedere lumi e aiuto. In grande apprensione anche una donna catanese, il cui figlio è proprio a Panama per un programma di scambio studentesco: «Siamo molto preoccupati, mio figlio è minorenne come altre centinaia di ragazzi andati a fare esperienza fuori con le associazioni che promuovono scambi culturali. Sono tutti minorenni, abbiamo tentato di contattare in ogni modo la Farnesina ma non abbiamo mai avuto riscontri. Urge fare qualcosa per riportare a casa i nostri ragazzi».

Segnalazioni di siciliani bloccati in Marocco sono giunte all’associazione Codici. «Faremo un esposto all’Enac e al Ministero dei Trasporti – rivela il segretario regionale, l’avvocato Manfredi Zammataro – perché le compagnie hanno venduto biglietti, senza garantire il rientro. In molti, bloccati fuori, stanno finendo i soldi. Perché la Farnesina non ha ottenuto gli elenchi dei passeggeri dalle compagnie aeree? Serve un’operazione di rientro dei nostri connazionali».

I costi sono un problema che assilla tanti. Annamaria, specializzanda catanese in pediatria a Londra, vorrebbe rientrare: «Prenotare i voli Alitalia è un problema – dice – il sito si blocca, non c’è disponibilità. E poi il volo costa anche 800 euro! Assistenza? Mi ero registrata al sito della Farnesina, al call center ci sono attese di due ore e poi nessuna risposta. Una mail dal Consolato dice che non si occupano loro della prenotazione dei voli. Tanti stanno provando a tornare col treno». Situazione difficile anche per Federica, un’altra catanese specializzanda in pediatria, stavolta a Parigi. I suoi genitori sono andati a trovarla, bloccati pure loro nella capitale francese. «Due i voli già cancellati – racconta Federica – Air France alla fine ci ha rimborsato il prezzo senza riprogrammarci su altri voli, poi ho comprato da Alitalia il Parigi-Catania con scalo a Roma, 820 euro. Oggi dovremmo volare, ma il volo interno da Roma a Catania è stato cancellato».

Valeria, catanese, lavora a Lisbona. «Un mio collega non è riuscito ad andare in Sicilia – racconta – e quelli che erano in Sicilia in vacanza non sono potuti tornare al lavoro. A Lisbona ma gli italiani fanno “paura”, ci trattano come in Italia trattiamo i migranti, un vero paradosso per noi che siamo andati via dalla Sicilia perché non avevamo lavoro, ma forti della nostra multiculturalità».

Tanti anche i giovani, invece, che preferiscono restare all’estero. È il caso di Alice, catanese che vive a Londra. «Non credo sia utile – spiega Alice – affollare aeroporti e aerei, sarebbe una situazione di maggior rischio che non vale la pena affrontare». Ha scelto di rimanere in Portogallo, così come altri studenti siciliani, anche Costanza, studentessa catanese in Erasmus a Porto. «Tornare? Non mi sembra la cosa più sicura da fare – rivela – il mio coinquilino siciliano é tornato 4 giorni fa, “costretto” dai genitori così come altre 2 ragazze di Palermo. Gli altri miei amici siciliani sono tutti intenzionati a rimanere qui».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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