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Coronavirus, i primi 30 mln della Regione Voucher per i bisognosi: ecco a chi vanno

Di Mario Barresi |

Buoni da 300 a 800 euro (in base al numero di familiari), che i Comuni daranno ai cittadini per «beni di prima necessità». Non soltanto generi alimentari, farmaci e prodotti per l’igiene (di persona e casa), ma anche il pagamento di bollette e bombole del gas. Arrivano i primi 30 milioni per combattere il “contagio” dell’indigenza in Sicilia. Esattamente 29.999.346 euro, poco meno di un terzo di quelli annunciati. Ma è la prima tranche di fondi “veri”, che la Regione mette subito a disposizione dei sindaci per “misure di sostegno all’emergenza socio-assistenziale da Covid-19”.

Il dirigente generale del dipartimento Famiglia e Politiche sociali, Rosolino Greco, ha firmato sabato sera il decreto con cui si ripartiscono le risorse disponibili dal Fse (Fondo sociale europeo) 2014/20 con contestuale mandato di pagamento agli enti locali destinatari.

Nell’atto si specifica la destinazione finale: «Assegnazione di buoni spesa-voucher per l’acquisto di beni di prima necessità (alimenti, prodotti farmaceutici, prodotti per l’igiene personale e domestica, utenze comprese bombole del gas), con un valore unitario per singolo nucleo familiare».

Questi gli importi dei voucher previsti:

  • 300 euro per un nucleo composto da una sola persona;
  • 400 euro per un nucleo composto da due persone;
  • 600 euro per un nucleo composto da tre persone;
  • 700 euro per un nucleo composto da quattro persone;
  • 800 euro per un nucleo composto da cinque o più persone.

Il contributo può essere richiesto da una sola persona a famiglia e il Comune lo attribuirà “una tantum” «fino ad esaurimento dell’importo trasferito» dalla Regione.

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Il contributo può essere richiesto da una sola persona a famiglia e il Comune lo assegnerà una tantum «fino ad esaurimento dell’importo trasferito».

I 390 Comuni siciliani dovranno impegnarsi, con “Atto di Adesione sottoscritto con firma digitale” a rispettare alcune condizioni. A partire dalla destinazione delle risorse, «prioritariamente ai nuclei familiari che non percepiscono alcuna altra forma di reddito o alcuna altra forma di assistenza economica da parte dello Stato, compresi ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza».

Il cittadino, nell’istanza, dovrà infatti dichiarare che «non percepisce alcun reddito da lavoro, né da rendite finanziarie o proventi monetari a carattere continuativo di alcun genere». Esplicitamente esclusi dal decreto «i beneficiari di Reddito di cittadinanza, Rei, Naspi, indennità di mobilità, Cig, pensione». In caso di sussidi d’importo inferiore al voucher, al cittadino spetterà la differenza fra la quota prevista (per numero di familiari) e quanto già percepito.

Nel decreto ci sono altri “impegni” per i Comuni. Oltre a  «informare i destinatari» che i buoni spesa concessi sono finanziati dal Po Fse 2014/2020 della Regione Siciliana» (giusto per chiarire da dove arrivano i soldi), dovranno «verificare l’attendibilità delle informazioni fornite dai destinatari» dei buoni spesa «anche mediante controlli a campione sulla veridicità delle dichiarazioni»; pubblicare l’Avviso «nel rispetto della normativa comunitaria in materia di informazione e pubblicità degli interventi, consapevole che il mancato adempimento costituisce elemento sufficiente per la revoca del finanziamento assegnato»; «rendicontare le risorse assegnate, nonché conservare la documentazione giustificativa, secondo modalità e tempistiche che verranno successivamente impartite dal Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali»; e infine «restituire le somme, nel caso di finanziamenti indebitamente ricevuti, in caso di economie di gestione, rinuncia o revoca» dei buoni. 

È in proporzione al numero di abitanti che la Regione attribuisce ai Comuni le risorse di questa prima tranche. Giusto per capire l’ordine delle misure, a Palermo vanno 3.980.406 euro, a Catania 1.869.504, a Messina 1.395.330. Di fatto, i soldi sono il 30% della precedente ripartizione basata sul totale dei 100 milioni.

LA RIPARTIZIONE DEI FONDI COMUNE PER COMUNE

Cosa devono fare ora i cittadini per avere i soldi? Aspettare che i singoli Comuni pubblichino l’Avviso «da gestire preferibilmente in modalità online» e presentare l’istanza (la Regione fornisce un modello tipo da far presentare i cittadini, scaricabile sul sito lasicilia.it) indicando di «non percepire alcun reddito da lavoro, né da rendite finanziarie o proventi monetari a carattere continuativo di alcun genere», di «non essere destinatario di alcuna forma di sostegno pubblico, a qualsiasi titolo e comunque denominata», ma – nell’elencare i componenti del nucleo familiare, da cui dipenderà l’importo del buono spesa – il richiedente dovrà indicare chi, nella sua famiglia, potrà «eventualmente» essere coinvolto nelle «misure delle politiche attive del lavoro da intraprendere a cura dell’Amministrazione Regionale».

L’assessorato guidato da Antonio Scavone ha dunque messo sul piatto tutti i soldi a disposizione, con un’accelerazione dell’iter. Anche in ragione del tipo di risorse Fse già destinate a scopi compatibili col buono per la nuova fascia di indigenti creata dalla crisi legata al coronavirus: tutte già nell’ambito della priorità di investimento 9.i (“inclusione attiva”) con l’obiettivo specifico 9.1 (“riduzione della povertà e dell’esclusione sociale”) e con un’azione, la 9.1.3, come il “sostegno a persone in condizione di temporanea difficoltà economica”.

E gli altri 70 milioni? Ora si aspetta l’effettiva erogazione della fetta più sostanziosa di contributi regionali, in capo alle Autonomie locali. E qui la faccenda si complica. Sono soldi che arrivano dal Poc (Programma operativo complementare) e dovranno essere stornati dagli assi 8 (“Promozione dell’occupazione dell’inclusione sociale”), 9 (“Rafforzamento del capitale umano e miglioramento dei sistemi formativi e d’istruzione”) e 10 (“Miglioramento delle condizioni di contesto sociale nei sistemi urbani e territori siciliani”), dunque da settori che vanno dal turismo ai beni culturali. Risorse che è più complesso rimodulare, alcune delle quali già impegnate (con tanto di graduatorie dei destinatari) e poi in prospettiva compensate, con lo stesso plafond sottratto, magari recuperato dal Fesr. Dall’entourage dell’assessore Berdardette Grasso, comunque, rassicurano: in settimana anche questa partita dovrebbe essere chiusa.

Twitter: @MarioBarresi

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