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Omicidio ed epidemia colposi, l’inchiesta sull’ospizio di Caltagirone

Di Mario Barresi |

CALTAGIRONE – Cominciamo dalla fine. Che è anche un inizio. Di ricerca della verità. Oggi il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, sul suo tavolo troverà più “gonfio” di nuove carte quel fascicolo, per ora a carico di ignoti, con le ipotesi di reato di omicidio colposo ed epidemia colposa.

Un atto dovuto, ma ormai indifferibile, per scoprire cos’è successo davvero nella casa di riposo “Don Bosco”. Per capire se ci sono delle responsabilità nella misteriosa catena di contagi (41 fra ospiti e operatori) con il decesso di quattro anziani risultati positivi e altre tre morti precedenti su cui fare luce. «Il sindaco ha fatto benissimo a disporre la chiusura della struttura con il conseguente trasferimento degli utenti in altre strutture», si limita a dire il procuratore Verzera a La Sicilia. Con sobrio riferimento a una ben più clamorosa evacuazione notturna, conclusasi all’alba di sabato, e documentata via social da Ruggero Razza. «Uno straordinario lavoro», esulta l’assessore regionale alla Salute, rilanciando «immagini di grande professionalità» che «rendono onore ad una giornata che deve unire tutti gli italiani nel sentimento di amore per la nostra Patria».

Ma questo non è il lieto fine. C’è stata la chiusura voluta da Gino Ioppolo, con un atto insolito: in altri casi siciliani non sono stati i sindaci…

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