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Omicidio dello chef Peppe Lucifora, arrestato un carabiniere: movente passionale

Di Redazione |

MODICA – Ci sarebbe un movente passionale alla base dell’omicidio dello chef modicano Peppe Lucifora, 57 anni, trovato morto in circostanze misteriose nella sua casa. In manette è finito un carabiniere, Davide Corallo di 39 anni che è stato arrestato dai colleghi del comando provinciale di Ragusa. Corallo è residente a a Giarratana ma in servizio nel Siracusano fino a poco tempo fa, a Buccheri precisamente, prima di essere sospeso dopo essere stato indagato a febbraio per il delitto. Infatti Corallo era tra i sospettati ed era stato anche sentito sul caso. L’arresto è stato eseguito su richiesta del sostituto procuratore di Ragusa Francesco Riccio e su disposizione del Gip Eleonora Schininà.

SCHEDA: CHI E’ DAVIDE CORALLO

Corallo è stato arrestato questa mattina dai militari del comando provinciale ibleo. Corallo era stato iscritto nel registro degli indagati il 13 febbraio scorso, e interrogato per diverse ore aveva confermato di conoscere il cuoco e di essere stato a casa sua negando di averlo ucciso.

Come spiegano i carabinieri si è arrivati a Corallo grazie anche al determinante apporto del reparto speciale dell’Arma preposto alle investigazioni scientifiche, il RIS di Messina. Il repertamento e l’analisi tecnica dei campioni biologici, unitamente ai segni di particolare violenza evidenti fin dall’inizio sul corpo della vittima e agli elementi acquisiti nel corso delle indagini più tradizionali svolte sul territorio dai militari dell’Arma, hanno consentito di ricondurre i motivi del gesto a verosimile movente passionale, attesi i rapporti pregressi con la vittima.

Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip Eleonora Schininà, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Riccio, sono stati colleghi dell’indagato del nucleo Investigativo del comando provinciale di Ragusa e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Modica. All’identificazione di Corallo gli investigatori sono giunti anche «al determinante apporto del reparto speciale dell’Arma preposto alle investigazioni scientifiche, il Ris di Messina. Il repertamento e l’analisi tecnica dei campioni biologici da parte di quest’ultimo, assieme ai segni di particolare violenza evidenti fin dall’inizio sul corpo della vittima e agli elementi acquisiti nel corso delle indagini più tradizionali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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