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Fava: «Sulle autorizzazioni alla Sicula Trasporti troppi condizionamenti»

Di Redazione |

CATANIA “Dalle percezioni raccolte in seguito alle audizioni reputiamo che quella del 7 luglio sia una data impropria nei tempi e nei contenuti per decidere di avviare il procedimento autorizzativo per la nuova discarica». Lo ha detto il presidente della Commissione regionale Antimafia Claudio Fava che ha partecipato alle audizioni dopo l’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dei fratelli Antonello e Salvatore Leonardi e alle ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti, corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa mosse ai danni della società lentinese.

«Stiamo parlando – ha aggiunto Fava – di una autorizzazione per quattro milioni e mezzo di metri cubi, vale a dire il triplo di ciò che annualmente la regione produce in termini di rifiuti da abbancare, elemento che ha mosso i comitati civici e ambientalisti in quanto questa vicenda insiste su una zona archeologicamente protetta e in prossimità di centri abitati.

Nella sede catanese dell’Ars, la Commissione presieduta da Fava ha ascoltato gli amministratori giudiziari della spa lentinese, il primo cittadino del comune di Lentini Saverio Bosco e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio. Gli amministratori giudiziari hanno detto che «fino a quando non sarà possibile nominare dei consulenti tecnici che abbiano elementi sufficienti (modalità di gestione dell’impianto, dell’azienda Sicula Trasporti e modalità di realizzazione dei profitti nel rispetto delle norme ambientali) non potranno procedere, in quanto si tratterebbe di un azzardo politico, amministrativo e ambientale», ha precisato Fava in conferenza stampa. 

Gli amministratori dovranno verificare il funzionamento dell’attuale impianto (in funzione per il 50% della sua potenzialità), l’operato della famiglia Leonardi e le modalità di gestione. «Va compreso – ha concluso Fava – in che modo questa discarica sia stata utilizzata per massimizzare i profitti dal 2009 ed eventualmente per abbancare i rifiuti conferiti a 220 comuni siciliani. Oltre ai già accertati fatti corruttivi, si è palesato un forte condizionamento ambientale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA