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Paternò, la vittima della rapina lo sfregia e lui colleziona evasioni dai domiciari

Di Fabio Russello |

Per lui gli arresti domiciliari equivalevano alla libertà. E così i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò, hanno eseguito il provvedimento del gip di Catania che ha disposto la custodia in carcere. E’ questa la sorte del 31enne paternese Pietro Musarra.

L’uomo era stato arrestato una ventina di giorni fa perché accusato di una rapina. Era stato messo ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Una rapina finita pure male perché la vittima dell’assalto con l’aiuto della moglie lo avevano messo in fuga non prima di averlo sfregiato con una coltellata. Sta di fatto che Musarra non si è presentato in Tribunale né per l’interrogatorio di garanzia e non si è fatto trovare in casa quando i militari accompagnati dal tecnico installatore non hanno potuto applicargli il braccialetto elettronico perché “assente” nella sua abitazione. Pochi giorni e Musarra è stato fermato senza assicurazione né patente alla guida di un’autovettura, già sequestrata amministrativamente, nel quartiere San Cristoforo di Catania in compagnia di una donna e munito di un cacciavite di 25 centimetri. Anche in questo caso il ricollocamento agli arresti domiciliari non lo ha convinto e così il giudice ha ordinato la custodia in carcere.

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