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Morte e devastazione a Palermo per due ore di pioggia: dolore e polemiche

Di Francesco Terracina |

PALERMO – Storia e luoghi sono noti: basta un acquazzone e le solite zone della città si allagano, da anni, da decenni. Ma stavolta a Palermo è finita in tragedia: due i morti, molti gli automobilisti soccorsi nei sottopassi e negli avvallamenti stradali, mentre i vigili del fuoco sono al lavoro per tirare fuori dal fango le auto abbandonate dagli automobilisti che si sono messi in salvo a nuoto, come mostrano le immagini agghiaccianti di video amatoriali girati dai residenti dell’area più colpita, viale Regione siciliana, la circonvallazione sud di Palermo.

Il temporale ha funestato l’Isola da occidente a oriente, ma la bomba d’acqua che si è abbattuta su Palermo nel primo pomeriggio non ha lasciato scampo per circa tre ore consecutive, intercalata da brevissimi cali d’intensità. Le prime notizie registravano allagamenti in negozi e abitazioni dei piani bassi, poi il soccorso di alcuni automobilisti in via Imera, da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Tutto ciò era già accaduto tante volte nel capoluogo siciliano, rassegnato a subire danni dalla pioggia. Nella prima serata, però, è arrivata la conferma dei morti: due persone intrappolate in auto in uno dei tanti sottopassi sommersi dall’acqua lungo la Circonvallazione. I due, un uomo e una donna, secondo alcuni testimoni sembra avessero in un primo momento tentato di abbandonare l’automobile: non riuscendovi, vi sono rientrati e lì hanno trovato la morte. Poco dopo due fratellini, il più piccolo di soli nove mesi, sono stati portati in ospedale per ipotermia: erano in auto coi genitori, anche loro in quel punto maledetto della città.

Le persone infreddolite, che battevano i denti ai lati delle carreggiate di viale Regione siciliana, una strada a quattro corsie, sono state soccorse dalle forze dell’ordine che hanno requisito teli termici e coperte negli ospedali, almeno in quelli che non hanno subito danni, come è accaduto, invece, al Buccheri La Ferla, lungo la litoranea, nella zona nord della città, dove l’acqua si è fatta largo invadendo diversi locali.

Le immagini lasciano sgomenti: alcune zone del capoluogo siciliano sono devastate, lo è anche il borgo marinaro di Mondello, un obiettivo «facile»: non c’è pioggia, anche di moderata intensità, che non provochi danni.

L’emergenza e i morti non consentono che ci si dedichi alle polemiche, ma le prime avvisaglie ci sono già: il Comune lamenta il mancato allarme da parte delle autorità preposte che non avrebbero diramato alcun allerta meteo.

Ma Matteo Salvini va giù duro: «Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – dice – dimentica i cittadini e basta un temporale e la città finisce sott’acqua, per non parlare delle bare accatastate al cimitero dei Rotoli». E rincara la dose il vicecapogruppo della Lega alla Camera, il siciliano Alessandro Pagano. «E’ bastata un’ora di pioggia per far allagare Palermo e mandare la città in tilt. Orlando invece di dare l’allerta meteo e prepararsi all’evento atmosferico ha pensato bene di polemizzare sul nulla contro l’assessore ai beni culturali della Lega, Alberto Samonà. Risultato? Danni ovunque, disagi enormi per i cittadini, ennesima paralisi della città e vittime. Il sindaco pensasse un po’ più ai problemi irrisolti che si porta dietro da troppo tempo e alle esigenze dei parlemitani piuttosto che sproloquiare ed investire denaro su immigrati irregolari». 

Chiede invece che si accertino eventuali responsabilità Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia. «Da palermitana, prima ancora che da parlamentare, rivolgo un pensiero di vicinanza alle famiglie delle due persone che questo pomeriggio hanno perso la vita, a causa degli allagamenti creatisi per il nubifragio che ha colpito Palermo». Ma – aggiunge – «nel 2020 non è ammissibile morire in piena città, per una bomba d’acqua durata qualche ora – aggiunge l’esponente di FdI – e auspico quindi che la Procura apra un fascicolo per verificare se siano state responsabilità omissive, magari reiterate nel corso degli anni a provocare questi allagamenti. L’accertamento di eventuali responsabilità è un atto dovuto nei confronti delle vittime, dei familiari e di quanti hanno riportato danni dagli allagamenti di oggi».

E il governatore siciliano Nello Musumeci afferma che tragedie come questa dimostrano che vanno ripensate le politiche di prevenzione e salvaguardia del territorio.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si difende sottolineando l’eccezionalità dell’evento. «Oltre un metro di pioggia è caduta oggi a Palermo in meno di 2 ore. La pioggia più violenta nella storia della città almeno dal 1790, pari a quella che cade in un anno. Una pioggia che nessuno, nemmeno i meteorologi che curano le previsioni nazionali, avevano previsto, tanto che nessuna allerta di Protezione civile era stato emanata per la nostra città».

«Se l’allerta fosse stata diramata, sarebbero state attivate le procedure ordinarie – aggiunge – che, pur nella straordinarietà degli eventi di oggi, avrebbero potuto mitigare i rischi. Ma non è il momento della polemica che lascio ad altri, anche perché so bene che la protezione Civile opera con grande professionalità basandosi su delle previsioni meteorologiche fatte da altri e che oggi evidentemente nessuno poteva fare con accuratezza».

«Quanto è avvenuto deve spingerci ancora di più ad una profonda riflessione – conclude – e a fare nostre le parole di ieri del nostro arcivescovo sul modello di sviluppo che sempre più sta alterando il rapporto fra l’uomo e l’ambiente e il clima del nostro pianeta. In queste momenti tutta la macchina comunale è impegnata per affrontare questa emergenza non annunciata al massimo dell’impegno e della professionalità mentre attendiamo con apprensione che i vigili del fuoco ci diano notizie sulle persone che ancora al momento risultano disperse e siamo vicini ai loro familiari». 

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