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Frane, alluvioni, erosione costiera: in Sicilia sprint di gare e cantieri

Di Mario Barresi |

CATANIA – Nel dossier che Maurizio Croce, in veste di soggetto attuatore, ha consegnato al commissario governativo sul Rischio idrogeologico in Sicilia (ovvero Nello Musumeci) ci sono numeri che a Palazzo d’Orléans definiscono «molto soddisfacenti».

Nell’Isola delle frane e delle alluvioni, l’elenco dei lavori appaltati e dei cantieri partiti fra quelli finanziati con il Patto per il Sud- scanditi in una sorta di bollettino quotidiano nella strategia di comunicazione del governatore – adesso comincia ad assumere dimensioni importanti. Soprattutto se il termine di paragone è l’ultimo scorcio dell’era di Rosario Crocetta. A partire dai finanziamenti erogati: 270 milioni dall’insediamento di Musumeci (nel dicembre 2017) a fine 2019, più altri 79 milioni soltanto nel 2020; nel biennio 2016/17 le risorse erogate erano pari a 24 milioni. E dunque, nei dati della struttura commissariale, si registra un aumento del 1.025%. Analogo exploit, in parallelo, si nota sugli interventi in gara: 236 quelle nel periodo 2018/19 (più 93 nell’anno in corso), ovvero il 926% in più rispetto agli appena 23 appalti banditi fra tutto il 2016 e novembre 2017. Meno siderale, ma molto significativa, la forbice fra il presente e il recente passato in termini di “aggiudicazioni efficaci” (ovvero le gare perfezionate senza strascichi di ricorsi e contenziosi vari): sono in tutto 88 negli ultimi 18 mesi (62 nel primo semestre di quest’anno) a fronte di appena 20 nel biennio 2016/17.

Il passaggio successivo sono i contratti di appalto firmati, che tornano ad avere numeri enormemente più sostanziosi: sono passati dai 22 (per un importo di 5.771.282 euro) del 2016/17 ai 79 (controvalore 73.393.331 euro) del successivo biennio musumeciano, con ulteriori 45 (6.824.615 euro) nell’anno in corso. L’incremento è pari al 256% nel numero di contratti e addirittura al 1.133% per importo. Nel dossier dell’ex assessore Croce al commissario Musumeci anche le stime del previsionale a fine anno, «effettuate considerando il carico di lavoro consolidato al 29 giugno 2020»: 137 milioni di finanziamenti, 132 gare d’appalto, 109 aggiudicazioni e 65 contratti.

Nell’elenco quattro tipi diversi di progetti anti-dissesto, relativi ad alluvioni, messa in sicurezza di infrastrutture, frane ed erosione costiera. Fra gli interventi più importanti aggiudicati: la riqualificazione ambientale e il risanamento dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte a Messina (30 milioni), le opere a tutela della fascia costiera di S. Maria del Focallo a Ispica (12 milioni); le opere di difesa e salvaguardia della linea di costa ad Avola (10,8 milioni), gli interventi integrati per la protezione dei litorali in erosione a Santa Teresa di Riva (10,6 milioni), le opere di consolidamento del centro abitato fra Torre e Margi a San Piero Patti (7,7 milioni), l’intervento di sistemazione idraulica del torrente Mela a Pace del Mela (5,8 milioni), il ripascimento del litorale di Eraclea Minoa a Cattolica Eraclea (4 milioni), il consolidamento zona S. Agostino a Cammarata (3,6 milioni), il consolidamento del costone roccioso sovrastante l’abitato in zona Baratta ad Alcara Li Fusi (3,4 milioni). Nel Catanese le opere più avanti nell’iter riguardano la regimentazione delle acque piovane di Ficarazzi ad Aci Castello (400mila euro), il consolidamento della Rocca del Castello a Maletto (1,3 milioni) e il consolidamento della zona di piazza De Gasperi a Vizzini (1,5 milioni). Fra gli interventi in pista di decollo c’è la mitigazione del rischio idraulico della tenuta di Ambelia a Militello, per l’importo di un milione.

Ma c’è anche qualcosa che non torna. Se da un lato il lavoro del Commissario per il Rischio idrogeologico produce risultati positivi, dall’altro si registra la tendenza, da parte del governo regionale, di sottrarre risorse a un settore così delicato. Nella finanziaria anti-Covid, infatti, fra i 400 milioni di fondi recuperati dal Fers per trasferirli in interventi a favore di famiglie e imprese siciliane c’è anche un taglio 34,5 milioni dell’azione 5.1.1. Si tratta del bando su “Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza dei territori più esposti”: il dipartimento Ambiente mette sul piatto queste risorse «non ancora oggetto di assegnazione e/o impegno». L’altra sforbiciata riguarda 44,2 milioni sui complessivi 140 milioni da rimodulare nel Patto per il Sud: economie su «risorse non assegnate ad interventi puntualmente individuati», come segnalato dallo stesso Croce alla giunta regionale. Sul totale dei “risparmi”, 27,9 milioni sono sul rischio frane, 6,4 per la messa in sicurezza delle infrastrutture, oltre 5 milioni sul rischio alluvioni e 4,8 sull’erosione costiera. Ma sul pacchetto di rimodulazione del Patto s’è opposta la commissione Bilancio dell’Ars: tutto da rifare.

Twitter: @MarioBarresi

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