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Si fa presto a dire “modello Genova” Sicilia, le incompiute in lista d’attesa

Di Mario Barresi |

Catania. Si fa presto a dire “modello Genova”. Uno spot ormai buono per ogni occasione, dal Ponte sullo Stretto al rifacimento della facciata condominiale: chiunque invoca la corsia rapida per qualsiasi opera.

E in Sicilia? Il governo nazionale punta tutto sul Decreto Semplificazioni. La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, davanti al gongolante vice Giancarlo Cancelleri, all’inaugurazione del viadotto Himera ha presentato la norma, «che sarà convertita in parlamento a metà settembre», come uno dei fattori decisivi per sbloccare nell’Isola cantieri – fra strade e ferrovie – per un valore di «quasi 18 miliardi». Fondi disponibili grazie anche al Recovery Fund (secondo elemento decisivo), ma ora con «un modello di velocizzazione per la realizzazione di queste infrastrutture»: più poteri ai super commissari, con una norma che «permette a tutte le stazioni appaltanti di poter beneficiare delle accelerazioni previste per i commissari», senza bisogno di un nuovo atto del governo, «perché sono autoapplicative».

In quest’ambito il Mit ha già sul tavolo un elenco di opere cantierabili. Rfi ha progetti per 13 miliardi, con 900 milioni aggiuntivi per il raddoppio ferroviario Palermo-Messina-Catania. In pole position, con «con gara a ottobre», come annunciato da De Micheli, è il raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo sulla Messina-Catania (2,3 miliardi). Ma in attesa ci sono il nuovo collegamento Palermo-Catania (5,6 miliardi) , il nodo di Palermo (1,1 miliardi) e il raddoppio Fiumetorto-Castelbuono sulla Palermo-Messina (938 milioni). Anas ha in pancia quasi 5 miliardi di opere in attesa. Fra cui, oltre al restyling dell’A19 (600 milioni), ci sono, fra le altre, strade molto attese come il completamento della Libertinia-Licodia (350 milioni), la tangenziale di Gela (316 milioni), l’ammodernamento del tratto Adrano-Paternò sulla Statale 121 (184 milioni); la variante Vittoria-Comiso (164 milioni); il completamento della Nord-Sud tratto Mistretta-Nicosia (160 milioni). Nell’elenco anche il completamento della Palermo-Agrigento (355 milioni dopo una dercurtazione) e della Caltanissetta- Agrigento (120 milioni residui), due opere in cui sono già aperti i “cantieri maledetti”. «Per questi più che il modello Morandi ci vorrebbe un miracolo», è la tesi del governo regionale che ha chiesto la rescissione del contratto a Cmc. Nella white list del Mit anche l’autostrada Ragusa-Catania (754 milioni), per la quale – dopo la registrazione della delibera Cipe da parte della Corte dei conti – si aspetta la nomina del commissario. Che dovrebbe essere Nello Musumeci, secondo un accordo fra Mit e Regione, risalente però a prima dei più recenti scontri con la minaccia di portare Anas in tribunale per le inadempienze. Resisterà il patto per cui all’epoca s’impegno anche il viceministro Cancelleri?

Ma c’è un’opera che non avrebbe bisogno di alcuna spinta. È il nuovo ospedale di Siracusa, che può già fregiarsi – fra i pochi progetti in tutta Italia – del “bollino Morandi”, grazie a un emendamento al Dl Liquidità firmato da Stefania Prestigiacomo. «Sarà realizzato entro due anni attraverso l’intervento di un commissario straordinario nominato dal governo nazionale che seguirà procedure snelle e veloci come quelle adottate per la ricostruzione del ponte di Genova», esultava la deputata forzista. La norma è dello scorso 5 giugno e prevede il commissariamento entro 30 giorni, con nomina di Giuseppe Conte «di concerto» con la Regione. Il commissario, due mesi dopo, non c’è ancora. E da Roma emerge un certo fastidio, in un iter «seguito personalmente dal premier» sul nome fatto arrivare da Palazzo d’Orléans: Guido Bertolaso. «Volete lui o volete l’ospedale?», sarebbe, secondo fonti governative, il sottilissimo niet di Conte in un incontro proprio con Prestigiacomo, che spinge per la nomina. Ma Palazzo Chigi non ha ancora tirato fuori dal cilindro un nome alternativo, che a questo punto potrebbero (anzi: dovrebbero) indicare M5S e Pd. Con il veto sull’ex capo della Protezione civile (mentre a Siracusa c’è chi propone il manager dell’Asp, Salvatore Ficarra), si arriva al paradosso di aver perso un mese per scegliere un commissario per velocizzare.

La stessa maledizione politica, sempre sull’asse Palermo-Roma. Altrettanto emblematico è il caso del super commissario per la viabilità secondaria . C’è un nome concordato con la Regione: Gianluca Ievolella, provveditore alle Opere pubbliche di Sicilia e Calabria. Dovrebbe sbloccare 200 interventi sulle strade provinciali (a disposizione 300 milioni dallo Stato e 100 dalla Regione). Ma, dopo la nomina virtuale da parte dell’ex ministro Danilo Toninelli (annuncio nel 2019, ma atto mai formalizzato), siamo ancora fermi alla casella di partenza. «Perché dal governo regionale non c’è arrivato l’elenco delle strade su cui intervenire», sostiene Cancelleri. Che fino a ieri assicura: «Al ministero non è arrivato niente». E anche stavolta il “modello Morandi” può attendere.

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