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La cronista presa a pugni perché filmava lo sgombero della tendopoli

Di Alfredo Zermo |

PALERMO – Si trovava nella borgata marinara di Sferracavallo, a pochi chilometri da Palermo, con un’amica per trascorrere la serata del Ferragosto: quando ha visto le auto dei carabinieri dirigersi verso la spiaggia ha capito che stava per succedere qualcosa. Così le ha seguite, fino a Barcarello, l’arenile di brecciolino molto frequentato per l’acqua cristallina del mare e il fascino della scogliera. Alle spalle i festeggiamenti del 14 agosto, alcuni avventori avevano scelto di rimanere nell’arenile anche il giorno dopo montando una sorta di tendopoli e sfidando così i divieti di assembramento assunti come misura anti-Covid per fronteggiare l’aumento dei contagi, che preoccupa non poco in Sicilia.

Ma quando la cronista ha cominciato a filmare lo sgombero delle tende da parte dei carabinieri si è scatenato il putiferio. Alcune donne si sono sganciate dal gruppo, formato da una trentina di persone, scagliandosi contro la giornalista presa a schiaffi, pugni e calci. Stessa sorte per l’amica che aveva cercato di difenderla. «In tanti anni di attività non avevo mai visto una cosa così. La rabbia, la violenza senza motivo sfogata senza remore», racconta la cronista, finita al pronto soccorso dell’ospedale Cervello, con cinque giorni di prognosi, assieme all’amica. «Quello che ferisce di più però è stata l’indifferenza di tanti che hanno assistito alla scena. E c’era anche chi faceva un video con il telefono cellulare», dice la giornalista free-lance.

Il patatrac è scoppiato quando una donna, vedendola mentre riprendeva la scena dello sgombero, le ha chiesto di non filmare i bambini. «Le ho detto che non li avrei ripresi, ma in quell’istante un gruppo si è scagliato contro di me. Mi sono ritrovata per terra – afferma la cronista – contro di me schiaffi, calci, pugni. Una ragazza mi ha dato dei pugni sul naso. Erano donne, tante. Gli uomini guardavano. La mia amica, che mi attendeva in auto, mi ha raggiunto per difendermi ma anche lei è stata aggredita. Un uomo le ha dato un calcio facendola cadere. Mi volano gli occhiali e loro continuano a insultare e colpire. Contro di me anche testate. Sono piena di lividi ed escoriazioni, ma quello che mi ferisce di più è l’indifferenza. Ho chiesto aiuto, un signore che era lì mi ha detto “no”… E’ avvilente».

Le due donne ringraziano i carabinieri. «Siamo salve grazie all’intervento di un’auto dei carabinieri, che in realtà credo fosse stata chiamata dai colleghi in spiaggia perché anche lì le operazioni non andavano avanti serenamente». E riferisce che «il gruppo, erano in tanti, ha aggredito anche i militari che prima ci hanno offerto riparo nella loro auto e poi ci hanno detto di andare via».

«Siamo scappate e abbiamo raggiunto il pronto soccorso – conclude – Abbiamo un prognosi di cinque giorni, ma io dovrò fare degli accertamenti perché ho molti dolori al torace». Solidarietà alle due donne dall’Assostampa, all’Unci Sicilia e dai parlamentari del M5s. Il presidente del Cnog Carlo Verna auspica “un’immediata risposta dello Stato» COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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