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Ponte sullo Stretto fuori dal Recovery Fund Il Governo frena: «Bozza ormai superata»

Di Fabio Russello |

Il Ponte sullo Stretto fuori dai progetti da finanziare con il Recovery Fund? Il dato si evince dall’elenco pubblicato dal Corriere della Sera secondo cui il Governo ha già presentato a Bruxelles oltre 500 progetti per un controvalore di quasi 700 miliardi quando però la disponibilità è di “soli” 209 miliardi di euro.

Significa che da questo elenco, nel quale già non ci sarebbero né il Ponte sullo stretto e nemmeno il rifinanziamento dell’Ecobonus sulle ristrutturazioni, bisognerà tagliare almeno il 70 per cento dei progetti. Uno dei freni per il Ponte sullo Stretto, oltre a differenza di vedute nella stessa maggioranza, è l’incertezza progettuale visto che dopo anni e anni è stata rispolverata l’ipotesi del tunnel quando da tempo il progetto del ponte sembrava l’unica via praticabile. Per la Sicilia ci sarebbe il finanziamento della Palermo-Messina-Catania (4,5 miliardi), e poi la Torino-Lione (oltre 1 miliardo), l’Alta Velocità Napoli-Bari (2,6 miliardi).

Anticipazioni che comunque sono state respinte dal ministro per le Politiche europee Vincenzo Amendola, coordinatore del Comitato interministeriale Affari europei, annunciando di aver sporto denuncia: “Sono stati pubblicati elenchi di progetti per la definizione del Recovery plan italiano. Si tratta di schede ricevute da fonte anonima con l’unico intento di creare confusione e disinformazione” ha detto. “Per quanto concerne i file pubblicati preme precisare che sono risalenti a uno stadio iniziale dei lavori con ipotesi e proposte già ampiamente superate. La presentazione ufficiale del progetto avverrà a gennaio 2021 e sarà a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Se Amendola parla di bozza superata, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha però chiesto un’accelerazione: “Un governo serio, se ce l’ha, deve ora mettere in campo una proposta. Bisogna capire di cosa stiamo parlando”.

L’opposizione invece spinge per inserire e da subito il Ponte nel Recovery Plan italiano: «Non abbiamo paura di pronunciare le parole ponte sullo Stretto – ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera – ci hanno insultato quando durante i nostri governi abbiamo lanciato quest’opera visionaria. Adesso ci stanno inseguendo, pur fra mille contraddizioni, invenzioni dell’ultima ora, come la bislacca idea del tunnel, piste ciclabili e varie ed eventuali. Pur di non decidere quello che in realtà serve all’Italia e serve al Mezzogiorno: avvicinare la Sicilia all’Italia passando da Reggio Calabria».

Persino i leghisti spingono per l’opera: «Il governo dimentica il Sud, nonostante abbia un fior fior di ministri che lo dovrebbero rappresentare: l’esclusione del Ponte sullo Stretto dall’elenco delle opere finanziabili con il Recovery fund è un fatto grave, che dimostra la volontà di non usare le risorse per opere infrastrutturali attese da decenni. Il progetto del Ponte sullo Stretto è pronto al ministero dei Trasporti: sarebbe bastato inserirlo tra le opere finanziabili e i lavori sarebbero potuti partire. Invece, dopo le promesse agostane del ministro De Micheli, che disquisiva anche della possibilità di un tunnel sottomarino, alla resa dei conti il collegamento Messina-Reggio Calabria è sparito, precludendo di fatto il collegamento della Sicilia all’Alta Velocità. In queste ore i nostri rappresentanti a Bruxelles stanno lavorando per reinserire, dopo lo stralcio avvenuto durante il governo Monti, il Ponte sullo Stretto tra i corridoi di rilevanza europea Ten-T, per dare un’adeguata strategicità all’opera nei collegamenti tra Nord e Sud Europa e tenere aperta la porta a futuri finanziamenti europei» ha accusato il deputato e responsabile nazionale dipartimento infrastrutture della Lega Edoardo Rixi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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