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Caso Gregoretti, l’imputato Salvini raduna la Lega a Catania

Di Redazione |

ROMA – Sabato mattina, a Catania, Matteo Salvini comparirà davanti a un giudice, per l’udienza preliminare sul caso Gregoretti. Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona. Da ministro degli Interni, dal 27 al 31 luglio 2019, bloccò lo sbarco dei 131 immigrati. «Non mi sento vittima della giustizia – ha detto Salvini in un comizio – parlo a testa alta, perché penso di aver servito il mio Paese, facendo un mio preciso dovere: la lotta al traffico di essere umani. Vado lì tranquillo. Comparirò come imputato, a nome vostro».

Dopo aver preparato il terreno con la campagna «processate anche me», con spille, magliette e battage social, la Lega si avvicina all’udienza organizzando a Catania una serie di iniziative, da giovedì a sabato, sul tema: «Gli italiani scelgono la libertà». Il clou è proprio sabato, quando la Lega battezzerà «Catania capitale europea della libertà».

Tutti i parlamentari e i big del partito sono convocati. «Ci saranno tre giorni di dibattiti in luoghi aperti alla cittadinanza – ha spiegato il leader leghista – su ambiente, scuola, lavoro, lotta alla mafia e precariato. Noi parliamo di libertà».

La tesi difensiva è rimasta la stessa, fin dalla prima ora: «Non è normale rischiare 15 anni di carcere per aver rallentato di quattro giorni lo sbarco di migranti in attesa che Francia, Germania e Lussemburgo si facessero carico di una parte di questi clandestini – ha detto Salvini – Passare per fesso non mi sembrava dignitoso».

Per il leader della Lega si tratta di un processo «bizzarro, perché riguarda uno che ha fatto tutto nel pieno rispetto delle norme». Al giudice, Salvini ha inviato una memoria difensiva, che ha pubblicato anche sul sito della Lega. «Sono una cinquantina di pagine – ha detto – mi auguro che siano in tanti a leggerle per rendersi conto di come sono andate le cose. Ho fatto solo il mio dovere, da ministro e prima ancora da italiano, per difendere la sicurezza e i confini del nostro Paese. Spero di trovare un giudice libero, non uno come Palamara».

Mentre iniziano i processi a Salvini sui blocchi degli sbarchi, continua l’indagine sui soldi della Lega, che ha portato all’arresto di tre commercialisti. «Mai visto quattrini – si è difeso il leader del partito – Due di queste persone indagate le conosco come estremamente corrette e leggo tante sciocchezze. E confido che anche questa come altre inchieste finirà in nulla, perché semplicemente questi soldi non ci sono».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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