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Conte riceve i familiari dei pescatori siciliani ostaggi in Libia

Di Redazione |

ROMA  – Dopo aver passato la notte incatenati davanti Palazzo Montecitorio, i familiari dei 18 pescatori presi in ostaggio in Libia, sono stati ricevuti, a Roma, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Con loro sta parlando l’armatore Marco Marrone, portavoce del gruppo dei familiari da nove giorni a Roma per chiedere la liberazione dei marittimi arrestati giorno 1 settembre e poi presi in ostaggio dai militari libici riconducibili al generale Haftar, il quale richiede, per la loro liberazione, la scarcerazione di 4 scafisti libici, attualmente in carcere a Catania. 

Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli al governo affinché faccia qualcosa per i siciliani sequestrati. La Farnesina è stata accusata di immobilismo nella vicenda, e i famigliari dei pescatori tenuti in ostaggio si sono addirittura dovuti incatenare in piazza a Montecitorio per essere ricevuti dalle istituzioni. 

“Chiediamo il rilascio immediato dei motopesca e degli equipaggi – ha detto Leonardo Gancitano, armatore dell’Antartide anche lui nella Capitale. Da settimane non abbiamo più notizie”.

Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio li aveva rassicurati. “Si era impegnato per un rapido rientro a casa dei pescatori, ma da giorni c’è solo il silenzio”. L’armatore assicura: «Non andremo via da qui fino a quando non avremo chiarezza sul rilascio. Ormai da un mese i familiari – conclude – non riescono a mettersi in contatto con i loro cari, vivono un incubo e noi rischiamo ormai il fallimento. Oltre al dramma umano, c’è un danno economico ingente».

Per attirare l’attenzione sul caso oggi si sono mossi anche gli attori siciliani Ficarra e Picone. «Lo sapevate che 18 pescatori di Mazara del Vallo sono tenuti in ostaggio da oltre 27 giorni? Sapevatelo e dicetelo al governo. #Pescatoriliberi». Lo hanno scritto , su Twitter, i due comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone, sperando di aumentare l’interesse intorno al caso di questi 18 connazionali per i quali le famiglie stanno vivendo giorni di angoscia.

Intanto  si è appreso che il caso degli equipaggi dei due pescherecci italiani è passato alla Procura militare libica. Lo confermano fonti politiche a Bengasi, aggiungendo che finora non sono stati formulati capi d’accusa. Secondo le fonti, dietro al coinvolgimento della Procura militare ci sarebbe il fatto che il tratto di mare dove si è verificato il sequestro dei pescherecci è considerato “zona militare” dalle forze al comando del generale Khalifa Haftar. Il riferimento è alle dichiarazioni arrivate all’epoca dell’offensiva su Tripoli annunciata il 4 aprile dello scorso anno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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