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Nuove regole Covid, la polizia intensifica i controlli ma a Catania è “sfida” al virus

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – La “febbre del sabato sera” cittadino è ancora altissima e non accenna a scendere. Già dopo le 20 in piazza Stesicoro fuori da McDonald’s si era creato un vero e proprio assembramento di giovanissimi e via Etnea pullulava di persone e famiglie a passeggio, tante le mascherine indossate, ma non da tutti, e difficile riuscire a mantenere la distanza sociale. Controlli delle forze dell’ordine, anche in vista del nuovo Dpcm in arrivo, sono stati segnalati in via del Rotolo e in piazza Federico di Svevia mentre la polizia nelle zone della dalla movida giovanile ha complessivamente controllato 123 persone e 37 veicoli e disciolto 12 assembramenti. sono stati anche sanzionati 13 esercizi pubblici, dei 24 controllati, per violazioni di natura amministrativa. Uno è stato chiuso temporaneamente per la violazione delle norme anti Covid. 

Una “goccia” nella marea umana che si è vista nelle ormai note via Pulvirenti, piazza Scammacca e via Penninello, dove ogni tipo di distanziamento sociale è stato annullato e tanti, troppi giovani in gruppo o non utilizzavano correttamente la mascherina o non ce l’avevano proprio. Una vera e propria sfida al virus in un città che solo ieri ha registrato 85 nuovi casi di Covid e in cui gli ospedali cominciano a saturarsi di ricoverati.

Le violazioni non si limitano alle norme anti Covid: ci sono anche quelle riguardanti la zona a traffico limitato. Con episodi che sono proseguiti anche ben oltre le 23, quando, da ordinanza del Comune, è scattato il divieto di asporto di cibi e bevande con consumazione consentita solo al tavolo. Un provvedimento a cui la maggioranza dei gestori dei locali si è adeguato, anche se a qualcuno è sfuggita la mano, come il “food truck” che ancora dopo le 4 del mattino stazionava in via Gemmellaro con tre avventori.

A proposito di via Gemmellaro prosegue il progetto di “auto controllo” degli esercenti su afflusso persone e utilizzo mascherine. Sabato sera si è effettivamente cercato di contingentare gli ingressi e le persone che hanno avuto accesso alla via erano molte meno. Ma, di contro, con le transenne ai varchi è come se si fosse in qualche modo “privatizzata” la via e “avallata” l’usurpazione di suolo pubblico, oltre a quello concesso dal Comune ai locali, aumentando a dismisura il numero di tavolini e aggirando in qualche modo il divieto di sostare in piedi fuori dai locali, ma solo se seduti al tavolo.

«L’ordinanza antiasporto si sta rispettando – ha commentato Giovanni Trimboli, presidente ristoratori Fipe Confcommercio – ma in realtà serve a poco se mancano i controlli. A fronte di controlli riservati ai locali perfino repressivi, non si sgarra di una virgola, lo stesso non si può dire di quanto avviene all’esterno».

La preoccupazione di Trimboli va a quanto si sta definendo in queste ore a Roma con l’ulteriore “stretta” annunciata da Palazzo Chigi in seguito all’impennata di casi Covid. «Le notizie che trapelano parlano di chiusura dei locali a mezzanotte e divieto vendita alcolici dopo una certa ora. Confcommercio vorrebbe dialogare con il governo ma non riesce. Deve essere sempre il mondo della somministrazione a pagare il conto? Noi non ci stiamo, non siamo noi gli “untori”. Stiamo andando incontro a una catastrofe».

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