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Livatino Beato, una luce in questo terribile 2020

Di Redazione |

«La beatificazione del giudice Rosario Livatino è una risposta di speranza a questa Chiesa, viviamo in una terra non facile dove, purtroppo, la mafia continua a gestire i suoi affari, creando clientelismo e credenze che offendono la dignità umana. Oggi c’è una risposta da parte della Chiesa. In questa terra, con solo c’è la mafia, la violenza, il sopruso, ma ci sono anche delle figure straordinarie, uomini che in silenzio vivono la loro parte, scrivono la loro storia e la storia di Livatino non è andata perduta».

Lo ha detto l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, sulla beatificazione del giudice Rosario Livatino. «Il nostro Livatino – ha aggiunto – è riconosciuto da tutta la chiesa e questa è una realtà di cui dobbiamo sentirci orgogliosi. E’ la chiesa e il mondo che guardano ad Agrigento che dà tanti pensieri, ma Agrigento dona dei mandorli fioriti, delle persone straordinarie che permettono di credere che la primavera può continuare – ha proseguito l’arcivescovo – . Arriva tutto in un momento particolare, la pandemia ci sta mettendo con le spalle al muro. Diceva, però, il papa, nelle scorse settimane, che la pandemia non può spegnere le luci accese d Gesù. Quella luce serve perché ricevendola, io prenda per mano chi ha bisogno».

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MUSUMECI. «Durante la sua attività giudiziaria di contrasto alla criminalità mafiosa in Sicilia, sin da giovanissimo agì sempre con la schiena diritta, senza mai cedere e mostrare debolezza. Per questo fu assassinato, ma proprio per questo il giudice Livatino è diventato per ciascuno di noi esempio di rigore morale e coerenza di vita. La sua celebre riflessione ‘Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibilì dovrebbe diventare per tutti, cittadini e uomini e donne delle istituzioni, programma di vita». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nell’esprimere «soddisfazione e gratitudine per il riconoscimento del martirio ‘in odium fideì del giudice di Canicattì Rosario Livatino, ucciso esattamente trent’anni fa in un agguato sulla strada statale 640, mentre viaggiava da solo in auto per recarsi in Tribunale ad Agrigento». “Proprio come accaduto con don Pino Puglisi – ha aggiunto Musumeci – la Sicilia può annoverare un nuovo beato tra i suoi figli più illustri, che hanno lottato fino a perdere la propria vita per liberare questa terra dall’oppressione mafiosa». 

IL PROCURATORE DI AGRIGENTO PATRONAGGIO.  «In un momento di grande crisi valoriale che investe la magistratura tutta la beatificazione di Rosario Livatino è per i magistrati cattolici un dono e un segno». Lo ha detto il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sull’annuncio della prossima beatificazione del giudice Rosario Livatino. «Per i magistrati tutti un esempio da seguire e per noi magistrati agrigentini infine un onore oltre che un onere morale difficilmente uguagliabile e raggiungibile». 

IL SINDACO DI CANICATTI’ DI VENTURA. «Il 2020 è stato un anno tragico e tale rimarrà nei nostri ricordi. Ma la nostra comunità, e non solo, avrà un motivo per ricordarlo anche con gioia. Papa Francesco, ha promulgato il decreto che proclamerà beato il nostro Rosario Angelo Livatino. Il faro di fede e giustizia acceso dal suo martirio per mano mafiosa, illuminerà per sempre la nostra città. Per tutti noi è la chiamata ad una grande responsabilità: seguire il suo esempio di vita e sacrificio, nella quotidianità delle nostre azioni». Lo ha detto il sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, città di origine del giudice ragazzino. «La beatificazione del giudice Livatino rappresenta una ineguagliabile opportunità per la nostra città. Un’opportunità da cogliere con rispetto e condivisione. Rispetto principalmente per la sua luminosa memoria e per l’affetto della sua famiglia e dei suoi amici – ha aggiunto Di Ventura – . Condivisione, perché adesso più che mai è patrimonio universale. Ma anche un’opportunità da difendere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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