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I segreti del “mago di Helbiz”: su Report il caso sollevato da La Sicilia

Di Redazione |

CATANIA – I monopattini, col vento di sostanziosi contributi pubblici a favore,  stanno riscrivendo le regole della mobilità urbana anche in Italia. E la Helbiz è stata la prima azienda ad aver portato lo sharing nel nostro Paese. La società ha ottenuto concessioni in più di 20 città italiane, a partire da Roma e Milano. Ma chi c’è dietro la Helbiz?

Ed è nelle risposte a questa domanda che il servizio di  Report (in onda oggi su Rai3 dalle 21,15) s’incrocia con le inchieste del nostro inviato Mario Barresi, pubblicate su La Sicilia lo scorso giugno. «Che tu non sia il benvenuto te lo posso dire», dice Salvatore Palella a Daniele Autieri, giornalista che è andato a stanarlo nel suo ufficio al 32° piano di un grattacielo di Wall Street. Palella, amministratore delegato di Helbiz, è nato ad Acireale 33 anni fa.

L’immagine di Helbiz ha sfruttato quella di tanti vip, da Alessandro Del Piero a Marco Borriello e Diletta Leotta. Ma oggi su Report sfilano anche alcuni personaggi-chiave, meno noti al grande pubblico, del passato siciliano del «nuovo Elon Musk»: l’ex calciatore Orazio Sorbello (ds dell’Acireale all’epoca della tormentata presidenza di Palella) all’imprenditore Santo Massimino, fino a Rocco Muscolino, autista, fra i vecchi creditori. «Sai, prima di fare delle esperienze positive nella vita bisogna fare un numero di esperienze anche negative. Quella è stata un’esperienza negativa che però mi ha insegnato molto…», dice Palella a Report.

Nell’armadio numerosi scheletri, come già documentato dal nostro giornale: rapporti con uomini di mafia, fallimenti, relazioni pericolose, fino al sequestro della sua Witamine, in un blitz a Milano, perché considerata nelle disponibilità di Guglielmo Fidanzati, figlio del boss palermitano Tanino. A Milano Palella stringe rapporti con Stefano Ricucci e con Massimo Ponzellini, l’ex presidente della Popolare di Milano, oggi consulente della Helbiz per la futura quotazione in Borsa.

La società ha una holding di controllo nel Delaware, che scherma l’identità dei suoi azionisti, mentre sulla testa di Palella pende una richiesta di class action, presentata presso la District Court di New York City, per un’avventura imprenditoriale finita male nel mondo delle criptovalute. «Se tu chiedi a me: hai sbagliato in passato? Io ti rispondo: sì, ho sbagliato in passato ma questo non vuol dire che io non abbia una seconda possibilità», confessa Palella al giornalista.

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