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Caccamo, la famiglia di Roberta agli amici: «Chi sa o visto parli»

Di Redazione |

TERMINI IMERESE In una nota gli avvocati Giuseppe Cazone e Sergio Burgio, difensori della famiglia di Roberta Siragusa, la 17enne uccisa a Caccamo sabato notte, a nome dei genitori e del fratello della ragazza, lanciano un appello agli amici della vittima e a chiunque abbia informazioni, perché «comunichino immediatamente, ai carabinieri qualsiasi particolare o fatto, verificatosi anche prima della tragedia, che possa aiutare gli investigatori».

«Anche circostanze apparentemente ininfluenti, potrebbero rivelarsi importanti per il raggiungimento dell’unico obiettivo comune, la verità», scrivono.

Gli avvocati comunicano che i genitori e i parenti della ragazza ritengono di «non rilasciare interviste, in questi momenti cruciali e fondamentali per le indagini, che li vedono duramente segnati». «Il diritto di cronaca giudiziaria è sacrosanto e verrà rispettato; – spiegano – si ringraziano coloro che, dedicando attenzione alla tragedia, lo stanno esercitando con scrupolo e diligenza». I legali confidano che «siano osservati rigidamente da tutti al fine di tutelare il rispetto verso la persona di Roberta, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza in quanto soggetto minore e vittima di reato».

La famiglia, infine, prega giornalisti e gli utenti dei social di evitare la pubblicazione di foto che ritraggono Roberta accanto all’indagato del suo omicidio, il fidanzato Pietro Morreale.

Pietro Morreale sarebbe stato ripreso, sabato notte, in auto da diverse videocamere di sorveglianza nei pressi del campo sportivo di Caccamo, luogo in cui si appartano solitamente le coppiette. Sarebbe questo il motivo del sopralluogo compiuto questa mattina dai carabinieri che ipotizzano che il ragazzo avrebbe assassinato la fidanzata, strangolandola, vicino al campo sportivo e avrebbe poi portato il cadavere in fondo al dirupo in cui il corpo è stato ritrovato.

I carabinieri di Caccamo hanno intanto sequestrato una parte della palestra abbandonata che si trova vicino al campo sportivo del paese oggetto del sopralluogo disposto nell’ambito dell’indagine sulla morte di Roberta. Gli inquirenti sospettano che il corpo della vittima, prima di essere lasciato in fondo al dirupo in cui è stato ritrovato, sia stato portato nell’immobile che è in via di ristrutturazione. Forse proprio lì l’assassino, da solo o con l’aiuto di complici, come sospettano gli investigatori, avrebbe dato fuoco al cadavere prima di spostarlo. I militari, che per il delitto e l’occultamento del corpo hanno fermato il fidanzato di Roberta, Pietro Morreale, hanno preso anche campioni di terra per analizzarli. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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