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Assolta la donna che gli fornì la droga: la morte di Attilio Manca resta un mistero

Di Redazione |

ROMA – Assolta in appello Monica Mileti, la donna accusata di aver ceduto la dose di eroina che nel 2004 provocò a Viterbo la morte di Attilio Manca, urologo di Barcellona Pozzo di Gotto. I giudici della terza sezione penale di Roma hanno fatto cadere le accuse con la formula «perché il fatto non sussiste». In primo grado, nel marzo del 2017, la donna venne condannata dal tribunale nel capoluogo della Tuscia a cinque anni e quattro mesi.

«Sono soddisfatto. La mia assistita era rimasta schiacciata in una storia in cui non c’entrava nulla», ha commentato l’avvocato Cesare Placanica, difensore dell’imputata.

L’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto fu trovato morto nel febbraio 2004 nella sua casa di Viterbo. La morte del medico fu inizialmente ritenuta dovuta ad overdose e fu archiviata come suicidio. I genitori però si sono sempre opposti a questa ricostruzione, sostenendo – anche sulla scorta delle dichiarazioni di alcuni pentiti – che il figlio fosse stato ucciso per coprire un intervento subito dal superboss Bernardo Provenzano a Marsiglia: il capomafia avrebbe poi ordinato la sua eliminazione.

La procura di Viterbo escluse tale circostanza sostenendo non solo che non sono emersi elementi per collegare l’urologo all’ex capo mafia, ma che gli accertamenti tecnici eseguiti hanno stabilito che il decesso avvenne per una overdose di eroina.

A metà del luglio scorso il Gip di Roma ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura e respinto la richiesta di  riesumazione della salma.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA