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Etna, cos’è il magma primitivo e cosa succede nel profondo del vulcano

Di Redazione |

CATANIA – Il magma coinvolto negli ultimi eventi parossistici dell’Etna proviene dai suoi condotti interni, è tutto dello stesso tipo ed è uno dei più «primitivi» fra quelli emessi nel corso delle eruzioni del cratere di Sud-Est negli ultimi 20 anni. E’ quanto emerge dai primi esami eseguiti dall’Istituto internazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania sui vetri della colata lavica.

“Primitivo” è un termine usato dai vulcanologi per riferirsi a quei magmi la cui composizione è poco cambiata rispetto a quella del mantello terrestre dove si sono formati.

Non è raro, ma non è usuale la sua presenza nelle eruzioni del vulcano attivo più alto d’Europa: i magmi rilevati sull’Etna negli ultimi decenni sono stabilmente di tipo basaltico.

Questo, spiegano i ricercatori dell’Ingv-Oe di Catania, significa che il sistema di alimentazione più superficiale del vulcano è attualmente permeato e raggiunto da magmi provenienti da maggiori profondità ancora ben ricchi dei gas originari e dunque maggiormente capaci di originare e sostenere le fontane di lava.

Una risalita di magma più primitivo e quindi più profondo potrebbe innescare eruzioni più energetiche soprattutto come eventi ceneritici i quali, a seconda la direzione del vento, interesseranno i centri abitati del perimetro pedemontano. E gli eventi eruttivi recenti sono dovuti all’arrivo di questi fluidi supercritici, provenienti da masse magmatiche profonde che causano una pressurizzazione del magma che staziona nelle parti più superficiali, spingendolo lungo le vie di risalita. Quando il magma è prossimo alla superficie, comincia l’attività stromboliana. A questo punto l’attività esplosiva diventa a fontana ed inizia la fuoriuscita di lava più fluida che in poche ore può percorrere diversi chilometri dal punto di emissione.

L’Inv-Oe sta conducendo ulteriori rilievi di terreno per identificare e campionare il materiale eruttato durante la fontana della notte tra sabato e domenica scorsi, ma è probabile che la composizione del magma sia ancora quella registrata nei giorni precedenti, lasciandoci quindi pensare che «la muntagna» (“la montagna”, come l’Etna è chiamata dai catanesi) continui ad essere ben alimentata da serbatoi più profondi. 

«Però tutto ciò non è una novità per l’Etna, questi arrivi di magma “fresco” ci sono ogni qualche anno» afferma il vulcanologo dell’Ingv Boris Behncke, sulla propria pagina di Facebook, sul magma «primitivo» che l’Etna sta producendo in questi giorni parlando di «cose normalissime» ed invitando ad evitare «speculazioni e sensazionalismi».

video da Youtube/Michele Mammino

«Se ricordo bene – ha aggiunto – ne abbiamo avuto nel 2000, e poi anche nelle eruzioni di fianco del 2001 e 2002-2003. Di nuovo nel 2007-2008 con un volume di magma “primitivo” che è arrivato circa un mese dopo l’inizio dell’eruzione di fianco del 2008-2009, nel 2013 e nel 2015. Quindi – sottolinea il vulcanologo – niente su cui fare speculazioni e sensazionalismi, anche in questo caso: l’Etna sta facendo cose normalissime, cose che abbiamo visto tante volte negli ultimi decenni, anche se – osserva Behncke – ogni volta sembra tutto più grande, più forte, più colorato e più minaccioso, perché la mente umana ha questa abitudine di vedere nell’evento del momento quello più incredibile».

Anche il vulcanologo dell’Ingv di Catania, Mario Mattia tende a frenare certe esagerazioni. «Sì, è vero – spiega registramo la presenza di questo magma primitivo, meno “evoluto”, più simile alla sua composizione originale, ovvero quella che proviene dal mantello,ricca in calcio e magnesio, ma questi sono dettagli da vulcanologi. Ciò che è importante è sapere che questo è un magma ricco in gas e per questo aumenta la capacità esplosiva di questi giorni».

«Ma ciò non vuol dire – tiene infine a precisare Mattia – un aumento del rischio di eruzioni “basse” o peggio ancora, come leggo e sento in giro di tanta gente preoccupata, dei terremoti. Sono due cose totalmente diverse. Sul vulcano c’è una attività in evoluzione e la stiamo seguendo ma i terremoti sono un’altra cosa, un altro film…».

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