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L’Etna erutta altra cenere: i comuni della fascia jonica ricoperti di sabbia nera

Di Mario Previtera |

GIARRE – E’ di nuovo emergenza cenere nei Comuni del versante jonico.  Da Giarre a Fiumefreddo, compresi i centri pedemontani di Sant’Alfio e Milo. Stamane alle 8 una intensa pioggia di grossi lapilli ha inondato le strade. Pesanti i disagi a Giarre, Riposto e Mascali.

La cenere ha ricoperto piazze e assi viari di riferimento provocando forti rallentamenti alla circolazione. Molte strade risultano impraticabili per la coltre di lapilli a Riposto sul lungomare Pantano e a Mascali sulla Statale che attraversa l’abitato del centro jonico.

Un quadro allarmante per il quale si rende necessario attuare le misure di protezione civile. Nelle zone rurali si registrano danni alle colture, lapilli grossi come noci hanno ricoperto i terreni.

Stamane i carabinieri della Compagnia di Giarre si sono mobilitati dispiegando una serie di servizi di pattugliamento esterno nell’eventualità di fornire supporto a situazioni di disagio.  

Pesanti disagi si registrano anche in A18 nel tratto tra Giarre e Fiumefreddo (esattamente dal km. 51 al km. 58), provocando disagi e rallentamenti. E rimarranno a lavoro tutta la notte le squadre di Autostrade Siciliane impegnate a liberare il nastro autostradale ricoperto dalla cenere. Al momento sono state riaperte due corsie e il traffico ha ricominciato a scorrere sia in direzione Messina che in direzione Catania. Rimane ancora sospeso il pagamento del pedaggio ai caselli di Giarre e Fiumefreddo, per qualsiasi mezzo in transito, e si raccomanda sempre di fare molta attenzione e di essere prudenti alla guida.

A determinare la pioggia di cenere è stato un nuovo evento parossistico sull’Etna dal cratere di Sud-Est con fontana di lava e l’emissione di una nube eruttiva alta 10 chilometri. Il fenomeno si è già concluso ed è stato anticipato, a partire dalle 2 della notte scorsa, da diverse ore di attività stromboliana che ha coinvolto anche i crateri Voragine, Bocca Nuova e Nord-Est. L’a nuova fase ha fatto registrare la sua maggiore energia a partire dalle 7, quando l’attività del cratere Sud-Est è passata da stromboliana a fontana di lava.

Venti minuti dopo gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania hanno rilevato la formazione di una colonna eruttiva che ha superato l’altezza di 10.000 metri sul livello del mare, disperdendosi in direzione est. Dalla bocca effusiva che si è aperta il 4 marzo scorso alla base del cratere di Sud-Est emerge una colata che si riversa nella Valle del Bove dove, aprendosi in più “bracci”, i fronti più avanzati nella notte hanno raggiunto quota 2.400 metri.

A partire dalle 7,45 il tremore vulcanico ha subito un rapido decremento dell’ampiezza portandosi a livelli medio-bassi e gli eventi infrasonici sono tornati di debole energia. L’attività di fontana di lava, secondo le osservazioni dell’Ingv-Oe di Catania, è cessata alle 8,10. Permane ancora una debole attività di emissione di cenere.

La nube vulcanica, che si disperde nel settore orientale, ha prodotto prevalentemente ricaduta di cenere e lapilli sui paesi etnei di Milo, Fornazzo, Trepunti, Giarre, Macchia di Giarre, Mascali, Riposto e Torre Archirafi. La nuova fase eruttiva dell’Etna, al momento, non impatta con l’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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