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Scuola, la didattica al 75% non parte. I genitori: «Basta tira e molla»

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – «Non è un anno scolastico perso, ormai è un anno bruciato»: sono lapidari i genitori degli studenti delle scuole superiori cittadine, che attendono ancora di sapere se e quando rimandare i propri ragazzi a scuola. «Siamo all’oscuro delle decisioni prese – proseguono – invece ci vorrebbe più chiarezza nei confronti delle famiglie, non questo “tira e molla” inutile. Perché anche noi seguiamo con apprensione i dati dei contagi e le notizie che arrivano a livello nazionale, inclusa l’opzione di chiusura delle scuole. Almeno si abbia il coraggio di dire le cose come stanno».

Secondo le ultime informazioni apprese, infatti, è stato ancora rinviato, a data da destinarsi, il rientro al 75% in presenza degli studenti nelle scuole superiori in città, che già era slittato dal 1° marzo a oggi, 8 marzo: «In base all’ultima decisione del tavolo di monitoraggio prefettizio sui trasporti si continuerà al 50% – precisa Sebastiano Gentile, direttore d’esercizio di Fce – per tutte le scuole che hanno studenti pendolari che fruiscono dei mezzi pubblici».

La decisione potrebbe (il condizionale è d’obbligo, salvo chiarimenti del caso) derivare dalle defezioni del personale scolastico che si sta sottoponendo alla campagna vaccinale in seguito agli effetti collaterali dell’inoculazione, febbre e mal di testa su tutti.

«Mio figlio Toni – spiega Francesco D’Amico – è in seconda superiore e frequenta in presenza a giorni alterni, il Vaccarini. Anche se, fra assemblee varie e altre riunioni, praticamente salta anche quei giorni. Per non parlare dei professori che hanno fatto il vaccino e mancano anche due giorni da scuola».

«Il nostro dubbio – aggiunge Marianna Santapaola, mamma di una maturanda del Gemmellaro – riguarda soprattutto la qualità dell’esame finale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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