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Il no al pizzo di Condorelli e l’orgoglio di Leo Gullotta: «Questa è la Sicilia del futuro»

Di Maria Lombardo |

«Sono rimasto molto colpito da un gesto che in Sicilia suona ancora più forte che altrove. Felicissimo che Giuseppe Condorelli abbia denunciato un fatto incredibile, incivile, osceno. Gli ho detto subito che sono accanto a lui», dice Leo Gullotta impegnato a Napoli nelle riprese del film “Quel posto nel tempo” sull’Alzheimer.

«Cavalier Condorelli è un vero piacere!» diceva il grande attore catanese con la faccia sporca di cioccolato nel famoso spot televisivo del 1990 dopo essersi tuffato su un vassoio pieno di torroncini caduto per terra ed essersene ficcati in bocca quanti più poteva, colto di sorpresa dall’arrivo del titolare dell’azienda. Allora si trattava del cavalier Francesco (scomparso nel 2003) padre di Giuseppe, anche lui cavaliere del Lavoro e attuale titolare dell’azienda. Nel 1983 Condorelli fu sponsor di “Domenica in” programma di Raiuno condotto da Pippo Baudo.

Leo Gullotta si può ben dire che con i Condorelli ci ha messo la faccia dando una bella spinta al successo internazionale dell’ormai famoso torroncino e continua a metterci la faccia con gli spot divertenti ed eleganti che si succedono negli anni fino ad oggi ma anche con la forza che esprime nel commentare oggi le notizie di cronaca che vedono in primo piano il cavalier Giuseppe dire no al racket delle estorsioni che aveva preso di mira la sua azienda, orgoglio di Belpasso, paese etneo che a suo padre, inventore dei torroncini, ha dedicato pure una statua in una pubblica piazza.

Con Francesco che con tenacia ha creato e fatto crescere l’industria dolciaria, vanto della Sicilia, facendo conoscere nel mondo il paese di Martoglio, Leo Gullotta una grande amicizia, la stessa che lo lega ora a Giuseppe e alla famiglia.

«Da una trentina d’anni sono il testimonial dei torroncini Condorelli. Si è istaurata con la famiglia un’amicizia che va ad di là del lavoro, partendo dalla mia profondissima stima verso il direttore di un’azienda costruita con tanto amore».

Leo Gullotta, molto legato alle radici etnee, racconta che dopo aver riacceso il cellulare in una pausa delle riprese sul set, si è trovato bombardato di messaggi sul caso. «Ho detto a Giuseppe che sono accanto a lui come sempre e in questo momento per questo tipo di lotta. Il coraggio di denunciare sarà una rogna per la sua vita ma non si può non essere vicini a questo giovane che guida un’azienda internazionale. Nel suo gesto talmente responsabile, bisogna dargli sostegno. La sua è la ribellione del cittadino al concetto di sopraffazione. La dignità è molto importante. Moltissimi in Sicilia davanti a questi casi, si girano dall’altra parte e invece dobbiamo soffermarci ed essere cittadini italiani ed europei, dobbiamo essere uniti».

Poi Gullotta ricorda «il grande, meraviglioso cavaliere Francesco che era di una simpatia straordinaria, uomo di grande acume e intelligenza. Ho sempre sostenuto i Condorelli perché sono persone pulite, rappresentano una forza lavoro. Il gesto di Giuseppe ha permesso ai dipendenti di continuare a lavorare e così ai lavoratori stagionali. Sicuramente da questo momento in poi le indagini continueranno, mi auguro che lo Stato dia la scorta a Giuseppe».

«Ai siciliani tutti mi sento di dire – prosegue l’attore con foga – che non possono girare le spalle se vogliono che i loro figli seguano un percorso di civiltà e di cultura».

Quanto alla Sicilia vista dall’esterno, «questo gesto esprime una Sicilia diversa che guarda a futuro. Quello di Giuseppe Condorelli è un gesto indicativo in una terra martoriata. Non possiamo continuare a a fare finta di niente. Persino con Pippo Fava hanno fatto a lungo finta di niente».

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