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Catania, Riscossione Sicilia accusa

Catania, Riscossione Sicilia accusa «Il Comune tiene iscritti a ruolo i morti»

«Così fanno il pareggio di bilancio». La replica: «Non è vero»

Di Redazione |

«Da accertamenti compiuti è emerso che il Comune di Catania mantiene iscritti a ruolo circa 25mila cittadini ancorché deceduti. Riscossione Sicilia ha segnalato la grave anomalia al Comune che però mantiene ancora circa 177mila cartelle riferite a cittadini non più in vita e quindi inesigibili». Lo ha detto in una nota il presidente di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo. «Si tratta – aggiunge Fiumefreddo – di un dato paradossale di cui i comuni si servono per conseguire un artificioso pareggio di bilancio, che pesa con costi impropri su Riscossione che deve effettuare notifiche e procedure nei confronti di soggetti che non esistono più. Quando i Furbi sono nelle Istituzioni! #avanti con trasparenza». Ma il Comune di Catania non ci sta: «Confidiamo molto nell’operato del nuovo presidente Fiumefreddo visti i danni incalcolabili procurati in passato da Riscossione Sicilia ai comuni siciliani in generale e quindi anche a Catania. Risulta però singolare la diffusione di notizie tendenziose e in qualche caso false sul Comune di Catania. Leggiamo che il comune di Catania utilizzerebbe somme inesigibili, quelle di 25 mila debitori morti, per conseguire un artificioso pareggio di bilancio. Va subito spiegato – hanno detto da Palazzo degli Elefanti – che ormai nei bilanci vanno inserite soltanto le somme effettivamente incassate, non quelle ipotetiche – prosegue la nota – e che quindi la circostanza riferita rappresenta una divertente frottola. Ma bisogna aggiungere anche altre importanti informazioni per comprendere le ragioni che possono portare a certe esternazioni. Per esempio – si legge nella nota – bisogna spiegare che fin dal 2012 il Comune di Catania non si serve più di Riscossione Sicilia a causa della sua scarsa capacità di riscuotere i tributi, la più bassa mai riscontrata in Italia. Molte cartelle risultavano inesigibili e già nel 2011 l’allora ragioniere generale Giorgio Santonocito chiese formalmente di conoscere le ragioni di questa inesigibilità. Ma il Comune, da allora, non ha ricevuto alcuna risposta. Inoltre, nonostante da tre anni non si occupi di riscuotere i tributi per il Comune di Catania, Riscossione Sicilia ha ancora in carico un portafoglio di cartelle esattoriali risalenti a prima del 2010 e che ammontano a ben 300 milioni di euro. Non è escluso che tra questi, tantissimi, debitori ce ne siano diversi ormai passati a miglior vita. Ma su questo non abbiamo notizie. Siamo convinti come il presidente Fiumefreddo che i furbi siano nelle Istituzioni. Il problema è individuarli con precisione. Quindi, per proseguire con gli hastag lanciati finora, bene #avanticontrasparenza e #senzaguardareinfaccianessuno, ma anche #senzaperderelatesta».

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