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Medici per i diritti umani bocciano il Cara

Medici per i diritti umani bocciano il Cara «Mineo incompatibile con dignità persona»

E la commissione d’inchiesta fissa subito una missione in Sicilia

Di Redazione |

ROMA – Il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Mineo, la struttura di accoglienza che ospita in assoluto il maggior numero d’immigrati in Europa, fino a 4 mila, «è un modello incompatibile con la dignità della persona». Lo hanno sottolineato i “Medici per i Diritti Umani” (Medu) in audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui centri per migranti. Sovraffollamento. Isolamento della struttura rispetto al territorio. Tempi medi di permanenza di 18 mesi in attesa del completamento della procedura di riconoscimento della protezione internazionale (contri i 35 giorni previsti dalla legge): questi i problemi del Cara sottolineati dall’associazione, ma anche la mancata iscrizione dei richiedenti asilo al Servizio sanitario nazionale (in contrasto con la normativa vigente). Disfunzioni nella fornitura ed accesso ai servizi di supporto psicologico e legale. Fenomeni di degrado, illegalità e violenza difficilmente gestibili come riconosciuto dalle stesse forze di polizia.   Le persone accolte nel Cara di Mineo, hanno detto ancora i “Medici per i diritti umani”, «sono ridotte ad un numero e costretti a lunghe file anche per mangiare e per ricevere cure mediche. La relazione che s’instaura tra operatori e migranti accolti non può che essere squilibrata, con il richiedente asilo costretto in una dimensione passiva e disfunzionale di dipendenza dagli operatori». In più «Mineo si conferma del tutto inadeguato ad accogliere i richiedenti asilo più vulnerabili. Le grandi dimensioni rendono particolarmente problematica l’individuazione e la presa in carico delle persone affette da severi disturbi psichici e delle vittime di trattamenti inumani, degradanti o torture, purtroppo presenti in numero assai rilevante tra i migranti forzati presenti nel centro».   Secondo l’associazione «un modello alternativo di accoglienza deve essere quello di strutture di dimensioni medio-piccole, distribuite in maniera uniforme in tutte le province ed adeguatamente monitorato. In modo da permette di costruire un tessuto di relazioni sociali con il territorio ed i suoi servizi, facilitando percorsi di autonomia del migrante, migliorando il suo accesso ai servizi sanitari, psicologici, sociali e legali e favorendo l’individuazione e l’assistenza dei soggetti più vulnerabili».   Medu è stato ascoltato in commissione parlamentare perchè da Novembre 2014, è presente ogni settimana all’interno del CARA di Mineo con un suo team per raccogliere testimonianze e fornire assistenza medica e psichiatrica ai richiedenti asilo vittime di tortura e di trattamenti inumani e degradanti.   Dopo l’audizione di Medu, la commissione d’inchiesta ha reso noto che «opererà la sua prima missione in Sicilia, proprio presso il Cara di Mineo». «È necessario superare il sistema “concentrazionario” – ha detto Gennaro Migliore, Presidente della Commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza – previsto per l’emergenza del 2011 con i grandi centri, Cara, perché non è compatibile con la piena tutela dei diritti umani. Da tempo – ha spiegato il Presidente – abbiamo verificato che serve una integrazione attraverso gruppi più piccoli, per rispettare le tante sofferenze, in particolare per i soggetti vulnerabili e colpiti da sindromi post traumatiche, che colpiscono gran parte persone che arrivano sul nostro territorio».   «Con la missione in Sicilia cercheremo di controllare e verificare le anomalie già segnalate, sia da audizioni che da informazioni di stampa. Il compito della Commissione è quello di individuare le patologie del sistema d’accoglienza al fine di proporre soluzioni legislative, che verranno poi affrontate in sede parlamentare. Spesso sono proprio le disfunzioni strutturali a rendere più permeabile il sistema a veri e propri reati: le recenti indagini in Campania e l’inchiesta Mafia Capitale hanno evidenziato una struttura delinquenziale legata proprio alla gestione dell’accoglienza dei migranti. Quindi – conclude Migliore – cambiare il sistema, al fine di renderlo più umano ed efficiente, può essere il principale strumento per contrastare i reati e avere una migliore capacità di integrazione per persone che scappano da indicibili sofferenze».

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