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L’ultimatum dell’Unesco alla Regione

L’ultimatum dell’Unesco alla Regione «La Sicilia rischia di uscire dalla lista»

Mancano ancora i comitati di gestione dei sei siti dell’Isola

Di Marta Furnari |

PIAZZA ARMERINA – Spicca la Villa romana del Casale di Piazza Armerina tra i sei siti Unesco della Regione Sicilia che rischiano di essere eliminati dalla ambita e prestigiosa World heritage list, la “lista” per eccellenza, quella in cui si annoverano a livello mondiale i beni culturali Patrimonio dell’Umanità. La questione è ormai nota. Di recente gli ispettori Unesco hanno contestato alla Regione Sicilia che la Villa romana del Casale – come gli altri cinque siti siciliani (Siracusa, Eolie, Valle dei Templi di Agrigento, le città barocche della Val di Noto e l’Etna) – non ha ancora adempiuto alla costituzione del Comitato di gestione, un organismo previsto dall’Unesco. A coordinare la creazione di questi comitati di gestione deve essere la Regione Sicilia coinvolgendo gli enti territoriali interessati.   Dall’Unesco inoltre sarebbe arrivato l’“aut aut” per cui entro sei mesi o si creano i comitati di gestione oppure i siti saranno depennati dalla lista. Ma che cos’è e come funziona il Comitato di gestione? E perché sarebbe elemento imprescindibile per continuare ad essere annoverati all’interno della World heritage list? I comitati che sono composti dai rappresentanti degli enti pubblici e privati del territorio in cui si trova il sito da tutelare sono responsabili dell’applicazione delle linee guida imposte dall’Unesco, determinando l’utilizzo delle risorse finanziarie provenienti dal fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale, e monitorando lo stato di conservazione del sito, adottando inoltre quelle decisioni necessarie per la corretta valorizzazione e fruizione del bene, i servizi di accoglienza turistica, ed altro.   «Che ben venga una sinergia anche attraverso tali comitati di gestione, si potrebbe creare una feconda collaborazione, ognuno per le proprie competenze, ma ritengo che la tempistica sia troppo esigua, ci vuole più tempo e una maggiore ponderatezza» commenta il sindaco di Piazza Armerina, Filippo Miroddi, vicepresidente nazionale dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco.   Sito Unesco dal 1997, la Villa del Casale rischia inoltre il completo isolamento viario. Già la chiusura per 8 anni di un tratto della Strada provinciale (attualmente oggetto di lavori per la prossima riapertura) che collega all’autostrada Palermo-Catania ha prodotto effetti negativi. Adesso è arrivata una brutta mazzata a causa della chiusura del tratto dell’autostrada 19, nell’area di Scillato, per il cedimento di un pilone. Per il direttore della Villa del Casale, l’architetto Rosa Oliva infatti, il repentino calo delle visite registrate lo scorso aprile, 6.000 di meno, sarebbe da attribuire alle difficoltà legate al raggiungimento del sito per i turisti provenienti dalla parte occidentale dell’Isola.   «La Villa – spiega Oliva – che nel primo trimestre aveva fatto registrare un numero di presenze pari 28.144, con un incremento di presenze pari a 3.615 rispetto allo stesso trimestre del 2014 quando erano state 24.529 le presenze, nel solo mese di aprile a causa di questa chiusura autostradale in un solo colpo ha avuto un calo di 6.279 presenze, in questo dato si inseriscono anche le scolaresche che di solito in questo periodo visitano il sito in gita didattica».   Lo spauracchio dell’isolamento totale però è causato da un problema tutto locale che si chiama “frana della Sp15”, per cui nella peggiore delle ipotesi nemmeno gli addetti ai lavori potrebbero raggiungerla più. Si tratta di una lunghezza di 200 metri che distano appena 5 km dal sito Unesco, franati 3 mesi fa, per cui da allora i pullman granturismo e tutti gli altri mezzi percorrono la strada su una sola carreggiata a senso alternato con grave rischio di ulteriori frane dal momento che oltre a non essere stati effettuati gli interventi di ripristino della carreggiata, a causa di mancanza di fondi da parte della ex provincia di Enna, non sarebbe stata effettuata nemmeno la messa in sicurezza della restante parte.   Per la Villa del Casale occorre incrociare le dita per tanti motivi. Non solo per continuare a restare nella lista Unesco ma anche per sperare di potere ancora vedere i turisti riuscire a varcare il cancello d’ingresso.

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