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Fondali insabbiati e al buio: Mazara si ribella all’agonia del porto

Fondali insabbiati e al buio: Mazara si ribella all’agonia del porto

Da 40 anni fondali non drenati: barche e pescherecci si incagliano continuamente. Iter fermo da decenni e i fondi stanziati coprono solo l’ammontare del 15% dei lavori

Di Mariza D’Anna |

La flotta peschereccia mazarese, prima in Sicilia e tra le prime in Italia e in Europa, vive la sua beffa. Non sono solo la crisi del settore, il caro gasolio e le difficoltà di pesca nel Mediterraneo ad assillare da anni il comparto, ma la beffa è una questione di “casa”. Il porto, infatti, è ormai quasi del tutto inutilizzabile, non navigabile a causa dell’insabbiamento dei fondali che lo rendono inefficiente e pericoloso. E i progetti presentati alla Regione non hanno trovato la loro strada.   Da quarant’anni non vengono posti in essere interventi per il dragaggio del fondali e sono diventati sempre più frequenti i casi di pescherecci d’altura, ma anche barche anche non grandi, che si incagliano nelle acque del porto canale durante l’attraversamento, con gravi danni per gli armatori. I casi isolati di una ventina di anni fa oggi sono diventati una costante del porto fino ad arrivare all’impossibilità oggettiva di navigarlo, soprattutto in alcuni punti: rifiuti, acque melmose e ristagnanti sono testimoni dello stato dei fondali, acque ferme che si incuneano in una particolarissima struttura del porto canale che è rotta obbligata per prendere il largo.   Quarant’anni di silenzi e di mancati interventi hanno portato oggi a questa situazione: porto insabbiato e fondali bassissimi. Nei giorni scorsi, dopo varie forme di protesta, la marineria ha cercato di capire il perché di tanti ritardi e ha trovato alla Regione una risposta inaspettata: non solo l’iter per l’escavazione dei fondali è rimasto fermo per anni, ma i fondi stanziati bastano a coprire solo il 15 per cento dei lavori necessari.   E il resto? Vale a dire gli ulteriori otto milioni di euro che servirebbero per il dragaggio? Non ci sono e non ci sono mai stati. L’ultimo incontro, venerdì scorso, tra il prefetto Leopoldo Falco e i rappresentanti del Coordinamento della Filiera ittica mazarese – di cui fanno parte il Distretto produttivo della Pesca, Confederazione imprese pesca Mazara-Federpesca, Imprese Pesca-Coldiretti, Co. ge. pa. Mazara-Lega Pesca, Fiume Mazaro-Unci Pesca e le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil – ha fatto emergere questa ulteriore difficoltà. Non ci sono i fondi per coprire tutti i lavori e i due milioni e 200mila euro disponibili possono servire per l’esecuzione di un primo stralcio di interventi nelle aree più critiche, mentre resta insoluto il problema dello smaltimento dei fanghi che presentano sostanze tossiche.   La marineria, per la prima volta davvero compatta, è scesa per strada e ha partecipato ad un corteo di protesta che ha sfilato per le vie cittadine per chiedere visibilità e interesse verso la questione che è anche più ampia del solo dragaggio: il porto, infatti, è illuminato in maniera insufficiente, anzi è praticamente al buio la zona dove ormeggiano i pescherecci e le navi commerciali e, quindi, è inutilizzabile di sera e di notte. E anche la dotazione dei servizi come acqua, colonnette per l’elettricità, cassonetti per i rifiuti e smaltimenti di oli esausti nelle banchine sono assolutamente insufficienti.   Ma non ci sono risposte alla domande che anche il programma della Rai “Linea Blu” ha fatto emergere, dedicando dedicato un servizio alla disastrata marineria mazarese. Nulla si è mosso. La scorsa settimana, proprio a seguito del corteo di protesta, alla Regione si era tenuta una riunione chiarificatrice e si era scoperto, tra le altre cose, che l’interlocutore era cambiato e che l’ing. Calogero Foti, dirigente generale del dipartimento della Protezione Civile e nuovo commissario straordinario delegato “per la mitigazione del rischio idrogeologico della Sicilia”, è il responsabile del procedimento per l’escavazione dei fondali del porto di Mazara del Vallo.   Un nuovo interlocutore di cui i rappresentanti della marineria sono venuti soltanto adesso a conoscenza ma che, dal canto suo, ha assicurato che nell’arco di un mese potrà essere indetta la gara di appalto. In realtà, il commissario non ha dato proprio certezze, ma si è detto disponibile a far sì che l’iter possa essere completato, considerata la grave situazione del comparto produttivo e dell’indotto, ma anche per prevenire i rischi per l’incolumità delle persone che frequentano l’area portuale, considerato che non c’è illuminazione e qualche auto, nel corso degli anni, ha pure terminato la propria corsa in mare.   Il commissario ha assicurato a tal proposito che conferirà un incarico ad un ingegnere idraulico affinché vengano effettuati tutti i calcoli necessari e relativi alla portata del bacino portuale. Nel prossimo mese dovrebbe inoltre essere convocata la seconda conferenza di servizio e, subito dopo, si spera, indetta la gara di appalto. Se così sarà – ma in pochi a Mazara credono che i tempi possano essere rispettati se per decenni si è atteso invano – a settembre potrebbero iniziare i lavori per il dragaggio. Ma, come spiegato prima, vista la mancanza dei soldi, soltanto il primo stralcio: per gli altri otto milioni di euro la richiesta è stata avanzata al ministero dell’Ambiente e i tempi si prevedono molto lunghi.   La marineria non si rassegna, naviga nelle acque della crisi e insiste a chiedere interventi. «Assieme al porto canale si è prosciugata l’economica reale di un’intera comunità – dichiara il presidente Cosvap, Giovanni Tumbiolo -, centinaia di attività non si possono svolgere e si sono persi migliaia di posti di lavoro con conseguenze negative sul piano sociale». Domanico Asaro, presidente di Confederazione Imprese Pesca, dal canto suo rilancia: «I danni in questi ultimi anni sono enormi, e ci stiamo muovendo per trovare gli altri finanziamenti per rendere completa l’opera».   E anche i sindacati rincarano la dose: «Non si può tollerare – sottolineano Santoro, Di Dia e Macaddino, rappresentanti delle tre sigle – l’assordante silenzio e la superficialità della politica locale e romana, passando da Palermo, assente e senza un briciolo di progetto per il rilancio del porto, delle sue attività economiche e commerciali e dell’indotto».   ll Comune di Mazara ha cercato di fare la sua parte: rappresentato dal vicesindaco Silvano Bonanno e con il sostegno di una delegazione di partecipanti alla manifestazione promossa dal Comitato “pro pulizia del porto canale”, aveva sollecitato l’incontro a Palermo. «L’atmofera è stata propositiva», ha dichiarato il vice sindaco, ma i tempi rischiano di dilatarsi. «Abbiamo già chiesto il finanziamento di otto milioni di euro per il completamento del dragaggio di tutto il porto e ora siamo fiduciosi». L’amministrazione è fiduciosa, la marineria no.

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