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Migranti “take away”: le Ong si difendono, il M5s insiste: «Vogliamo la verità»

Di Redazione |

ROMA – Indignazione e controaccuse alla politica: all’indomani degli attacchi del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, al ruolo di alcune ong attive nel salvataggio dei migranti nel mar Mediterraneo, le organizzazioni non governative reagiscono con sdegno. A difenderle, dopo l’intervento di ieri di Matteo Renzi, è oggi anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. E pure la Cei. Ma in serata, dopo che dal blog di Grillo si torna a chiedere «tutta la verità sul ruolo delle Ong», è lo stesso Di Maio che incalza: «Chi reagisce chiudendosi a riccio o minacciando evidentemente ha qualcosa da nascondere».

Durissima la reazione di Medici senza Frontiere: l’organizzazione si dice «indignata per i cinici attacchi al lavoro delle ong in mare da parte di alcuni esponenti della politica, che hanno visto nelle ultime ore un crescendo di veleni e false accuse» e annuncia che «valuterà in quali sedi intervenire a tutela della propria azione, immagine e credibilità». Il presidente di Msf, Loris De Filippi, parla di “una polemica strumentale che nasconde le vere responsabilità di istituzioni e politiche, che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa».

Altrettanto netto il commento di Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia: «Le operazioni della nostra nave avvengono sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana e respingiamo con forza ogni accusa della più minima connessione con i trafficanti. La ‘Vos Hestià opera solo in acque internazionali e non è mai entrata in acque libiche». “La missione di Save the Children è quella di salvare i bambini e non possiamo rimanere a guardare mentre affogano».

Di «vergognosa speculazione» parla Intersos, organizzazione umanitaria che partecipa, in collaborazione con l’Unicef, alle operazioni di soccorso sulle navi della Guardia Costiera Italiana. «Se siamo lì, è per fermare una strage. Se a qualcuno questo lavoro non piace, dica con chiarezza che preferisce un morto annegato ad un essere umano tratto in salvo».

Il ministro Orlando affida a Facebook il suo sdegno: «Voglio dirlo, se ci sono singole responsabilità vanno individuate e colpite. Ma sparare nel mucchio, seduti comodi in giacca e cravatta in uno studio televisivo o sfoggiando felpe davanti alle telecamere, è cinico e offensivo». E il direttore di Migrantes (Cei), mons. Giancarlo Perego, tuona: «Credo che queste accuse abbiano dietro una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo».

Dal Movimento 5 stelle, però, nessuna marcia indietro. Sul blog di Grillo, con un post firmato dall’eurodeputata Laura Ferrara, si precisa di non voler «fare di tutta l’erba un fascio», ma «vogliamo – si legge – tutta la verità sul ruolo delle Ong, vogliamo chiarezza e trasparenza, anche a tutela del lavoro di quelle Ong che da anni contribuiscono con sacrificio e dedizione a salvare vite umane nel Mediterraneo».

A stretto giro, su Facebook, anche la replica di Di Maio: «Sul ruolo di alcune Ong nel Mediterraneo non chiedo di far luce solo io, non chiede di far luce solo il Movimento 5 Stelle, lo chiedono soprattutto un’inchiesta della magistratura di Catania e due rapporti dell’agenzia Frontex che conosciamo grazie al Financial Times. Chi reagisce chiudendosi a riccio o minacciando – conclude – evidentemente ha qualcosa da nascondere».

Proprio il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che indaga sui salvataggi da parte delle Ong, torna sulla necessità di trovare riscontri: «Noi dobbiamo trasformare le conoscenze in prove, e non è facile. L’importante è affrontare il fenomeno non soltanto dal punta di vista giudiziario, perché non lo risolve, ma complessivo. E bisogna fare presto». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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