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Ragusa, arrestati ladri di ramee i furti sono già calati del 90%

Ragusa, arrestati ladri di rame e i furti sono già calati del 90%

In carcere sette romeni e un italiano ai domiciliari. Hanno depredato per mesi aziende agricole e linee elettriche dell’Enel provocando danni per milioni di euro / VIDEO

Di Redazione |

La Polizia di Ragusa ha disarticolato un’altra associazione a delinquere di cittadini rumeni che operava con l’appoggio di ricettatori italiani in tutta la provincia di Ragusa e che hanno per mesi depredato aziende agricole e linee elettriche dell’Enel provocando danni per milioni di euro. Oltre ai furti di cavi di rame, l’associazione depredava le aziende agricole e zootecniche, uccidendo gli animali direttamente sul posto e con crudeltà, portando via solo le carni pregiate. Tra gli obiettivi anche carburante, attrezzi agricoli, attrezzi per carpenteria, fitofarmaci, auto e trattori.

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Dodici alla fine le persone accusate di associazione a delinquere individuati dalla Polizia di Stato. Sette sono finite in carcere, uno agli arresti domiciliari, un altro è stato denunciato, mentre altri 3 sono latitanti. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa diretta dal Dott. Petralia Carmeloe sono state coordinate dal sostituto procuratore Valentina Botti. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Claudio Maggioni.

L’organizzazione criminale sgominata dalla Polizia di Ragusa aveva trovato la sua base operativa nei dintorni di Comiso ma con ramificazioni in tutta la provincia di Ragusa e nelle città di Catania e Messina dove qualche mese fa sono stati effettuati sequestri di rame per migliaia di chilogrammi. Il gruppo era perfettamente organizzato ed ognuno dei soggetti indagati ed oggi arrestati, aveva specifici compiti assegnati che dovevano essere portati a compimento durante l’attività delittuosa.

La svolta alle indagini è avvenuta a fine luglio scorso quando, durante un’operazione della Polizia che ha portato ad un grosso sequestro di rame, gli investigatori hanno rivenuto un banale scontrino fiscale ed un paio di guanti da lavoro. Da questo piccolo dettaglio è stata fatta una ricerca di tutti i rivenditori di quella tipologia di guanti e successivamente uno confronto dei clienti ottenuto grazie agli impianti di videosorveglianza. Questa attività ha fatto concentrare gli investigatori sugli acquirenti di quella tipologia di guanti. Uno dei clienti era un rumeno pregiudicato per reati specifici, quindi è stato possibile risalire a tutti i membri dell’associazione grazie alla sua piccola distrazione.

Da quel momento in poi, ogni passo degli indagati era monitorato dalla Polizia, grazie anche al prezioso contributo messo in campo dall’Enel che ha fornito ogni tecnologia per poter controllare gli odierni arrestati e soprattutto le linee di conduzione dell’energia elettrica oggetto di furti. Le indagini hanno permesso di accertare che i soggetti, tutti di etnia rumena con la partecipazione di qualche italiano ricettatore, pianificavano attentamente i furti effettuando precisi sopralluoghi delle zone ove agire; l’interesse principale era dedicato alle campate dell’alta tensione (definite in linguaggio criptico, secondo quanto emerso nelle intercettazioni, “alberi da tagliare”) e l’occhio esperto dell’addetto al taglio era in grado di definire con un rapido accertamento se si trattava di rame ovvero di alluminio (elemento quest’ultimo utilizzato dal gestore dell’energia elettrica in sostituzione dei cavi di rame oggetto di furti). La pianificazione del furto da effettuare avveniva presso diversi luoghi di ritrovo degli associati, da loro cambiati frequentemente per non permetter alla Polizia di essere scoperti.

Organizzato il furto, tutti gli autori (di norma 4/5 persone per volta) partivano in direzione del luogo accompagnati dall’autista, che dopo averli lasciati si allontanava dalla zona. Finita l’azione, con un semplice messaggio o uno squillo ricevuto, l’autista del gruppo, che nel frattempo era rientrato a casa in maniera tale che non vi fosse alcun mezzo lasciato in zone ove poteva essere notato, raggiungeva il posto convenuto per il ritiro del materiale, a volte anche a distanza di chilometri dal luogo in cui aveva lasciato i complici, e con l’aiuto dei “manovali” provvedeva a caricare il rame in auto pronto per la consegna. Quasi sempre l’autista non prelevava i complici, ma dava un passaggio solo “all’esperto al taglio” lasciando sul posto i manovali che rientravano per la maggior parte dei casi a piedi o con altri mezzi presso le loro abitazioni.

In carcere sono finiti Iordanescu Avadanu romeno di 27 anni, domiciliato a Chiaramonte Gulfi; Vasile Andrei Buliga, romeno di 25 anni residente a Vittoria ma catturato a Palermo, Marius Ciubotaru, romeno di 21 anni, domiciliato a Pedalino frazione di Comiso; Cristi Marin, romeno di 25 anni residente a Vittoria, Costantin Stancu, romeno di 30 anni, domiciliato a Pedalino frazione di Comiso; Nicusor Vladu, romeno di 27 anni, residente a Vittoria; Robert Stefan Zamfir, romenodi 24 anni residente a Chiaramonte Gulfi. Ai domiciliari sono finiti Salvatore Occhipinti, 43 anni di Palagonia residente a Comiso. Nella casa di Occhipinti sono stati sequestrati 3 fucili da caccia legalmente detenuti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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