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Giancarlo Cancelleri: «Hanno paura del voto

Giancarlo Cancelleri: «Hanno paura del voto io mi ricandido come governatore»

Il leader M5S: «Macché riforme, pensano solo ai loro stipendi» 

Di Mario Barresi |

All’Ars, quella di ieri è stata «orrenda farsa». Con protagonisti Rosario Crocetta, «un uomo solo», e il Pd, in cui l’unico collante è «quello sulle poltrone di Sala d’Ercole». Già, perché per Giancarlo Cancelleri, deputato regionale del M5S, «noi siamo già pronti a governare l’Isola». Col placet di Grillo e Casaleggio, «certi che la Sicilia sarà la prima Regione a 5 stelle». 

Cancelleri, che idea s’è fatto del caso Tutino?  

«Mi sembra una guerra fra bande nel Pd. Da spettatore esterno, dopo le smentite delle Procure, devo dire che quella frase, abominevole se fosse vera, non c’è. Ma Crocetta è un mago della mistificazione: punta tutto sull’intercettazione. Ma ci sono mille altri motivi per cui deve andarsene. Tutti convergenti sullo stesso concetto: la connivenza col vecchio sistema di potere, mascherata da nomi nuovi. Ora il Pd, al di là del putrido giochino fra Roma e Palermo, l’ha mollato. Ma se lo tiene lo stesso».  

Ci sono delle riforme da fare e poi si va alle urne.  

«Macché riforme, le uniche assicurazioni sulla vita di questo governo sono gli stipendi dei deputati e la loro paura di perdere alle prossime elezioni».

Magari nel Pd c’è pure qualcuno che voterebbe una vostra sfiducia contro Crocetta.

«No, stavolta non ci caschiamo. La presenti il Pd, la mozione. Anche con 10 firme, le altre le mettiamo noi. Abbiano un sussulto di dignità, diano un segnale di discontinuità. Che non è certo quello di Ferrandelli dimissionario: o non conosceva il regolamento dell’Ars o voleva solo pulirsi, ipocritamente, la coscienza. Per chiudere questa orrenda farsa ci vogliono 46 deputati. Punto».

E poi? Tutti dicono che se si vota vincete voi… Anzi qualcuno usa l’argomento proprio per esorcizzare le elezioni: ma non è che possiamo lasciare la Sicilia in mano a questi qui…

«Sì, lo so cosa dicono. E non dà fastidio a me, ma ai cittadini. Che vorrebbero sentire invece: votiamo per dare una nuova guida alla Sicilia. Noi, lo confesso, puntiamo alla presidenza della Regione. E alle elezioni vogliamo arrivarci da favoriti».  

I sondaggi dicono che lo siete. Qualcuno ne sventola uno col Pd al 17%, doppiato dai grillini…  

«I sondaggi li leggiamo e ci fanno piacere. Ma non me ce innamoriamo più. Quando l’abbiamo fatto, talvolta, ci siamo scottati. Io dico: da favoriti nei fatti. Noi siamo pronti, siamo nati pronti. In campagna elettorale perenne, non per strategia ma per modo di essere: sempre in mezzo alla gente».  

Ma una cosa è vincere, un’altra è governare. E non sempre i grillini di governo sono all’altezza dei grillini di lotta. Siete davvero pronti?  

«Sì. Col piglio del buon padre di famiglia, consapevoli delle difficoltà e senza la spocchia di avere la soluzione dei mali di questa terra. Lasceremo giudicare ai cittadini. Come sempre».  

C’è curiosità sui metodi – ce lo conceda, un po’ carbonari – di selezione dei vostri candidati. Chi può partecipare? Gli uscenti sono ricandidabili?

  «Non c’è alcun segreto. C’è un doppio turno di votazione fra gli iscritti al portale del movimento. Tutti possono candidarsi, compresi i deputati in carica, e tutti possono votare. Gli eletti al primo turno poi scelgono il candidato presidente».  

E lei che farà? Fu candidato governatore nel 2012. E in questi anni, al di là del turn over del capogruppo all’Ars, le riconoscono un ruolo di leadership regionale del movimento. Ci riproverà?  

«Io sono un soldato semplice. Certo, mi riproporrò anche con la prospettiva di essere il candidato governatore. Saranno gli iscritti a decidere. Se davvero mi riconoscono questa leadership che dice lei, suppongo che la votazione andrà in quella direzione. Ma ripeto: decidono gli iscritti. Uno per uno».  

Ma magari a Grillo e Casaleggio farà piacere un Cancelleri-bis. A proposito: i leader ci sperano, nella conquista della Sicilia?  

«Ma certo! Il dossier Sicilia è già in mano a Di Maio e Di Battista, che stanno studiando anche come darci una mano a livello di comunicazione nazionale. E poi c’è grande aspettativa da parte di Beppe e Gianroberto: “Dalla Sicilia è partito tutto – dicono – e questa dev’essere la prima Regione a 5 stelle”. Grillo è pure pronto a rifare la traversata dello Stretto: stavolta vuole nuotare a rana… ».

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