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Aci Catena, l’idea del “baratto” per saldare le tasse comunali

Aci Catena, l’idea del “baratto” per saldare le tasse comunali

Allo studio un regolamento che permetta ai contribuenti morosi di pagare gli arretrati con servizi di pubblica utilità, come pulire un parco o dipingere le pareti di una scuola

Di Mario Grasso |

ACI CATENA – Nell’era del “Bitcoin”, la valuta virtuale che ambisce ad affiancare monete e banconote, Acicatena potrebbe tornare all’arcaico “baratto”. Non è una boutade frutto del caldo estivo, ma una formale proposta avanzata in Consiglio comunale. Pippo Urso, consigliere di lungo corso, ha infatti chiesto all’Amministrazione la stesura di un regolamento che preveda la forma del “baratto” tra il Comune e il cittadino moroso, non per volontà o negligenza, ma perché impossibilitato a sostenere il costo delle tasse comunali. Insomma, con la ramazza in strada e col rastrello nei parchi pubblici, oppure ancora a dipingere le pareti della scuola, per “saldare” i tributi locali, a fronte di una crisi che continua a mandare in fumo posti di lavoro, distruggere la piccola economia familiare, umiliare la dignità di moltissimi lavoratori.   Urso dice di non inventare nulla: prende solo ad esempio alcuni comuni del centro e nord Italia che, per alcuni ambiti e in particolare circostanze, cominciano ad adottare le prime misure di “scambio alla pari”. Il nodo, quindi, sta tutto nella redazione di un regolamento comunale che dovrà prevedere le forme di ristoro delle entrate praticamente inesigibili ma iscritte in Bilancio, individuare con esattezza i casi in cui il cittadino potrà avvalersi del baratto senza scompensi per l’apparato tributario, evitare abusi e piccole truffe ai danni del Comune e, quindi, della collettività. Forse più facile a dirsi che a farsi «ma tentare non nuoce, anzi potrebbe essere una soluzione per rientrare da somme che, non volutamente, il contribuente alla fine non potrà pagare», commenta il sindaco Ascenzio Maesano.   Il primo cittadino, proprio ieri, ha inviato una nota ai funzionari comunali con cui chiede la stesura del regolamento da sottoporre alla Giunta e quindi al Consiglio “che spero si esprima nella sua interezza”. Il primo passo, verso il futuro che ha il sapore del passato, è stato compiuto.

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