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Inchiesta Trapani, Simona Vicari dà ai magistrati il Rolex ricevuto da Morace

Di Redazione |

PALERMO – «L’ho considerato un regalo di Natale, non gli ho dato alcun peso. Ma certo, alla luce di quanto è accaduto, non lo accetterei». Lo ha detto l’ex sottosegretario ai trasporti Simona Vicari al termine dell’interrogatorio reso ai Pm che la indagano per corruzione. Avrebbe perorato un emendamento legislativo in favore dell’armatore trapanese Ettore Morace e avrebbe avuto un orologio. La parlamentare ha riconsegnato il Rolex ai magistrati. 

La deputata di Ap è arrivata in Procura insieme al suo legale, Enrico Sanseverino. La parlamentare, che si è dimessa dall’incarico di governo dopo aver ricevuto un avviso di garanzia con la contestazione del reato di corruzione, si sarebbe come detto adoperata per l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità che riduceva l’Iva sui trasporti marittimi per passeggeri dal 10 al 5%, facendo risparmiare a Morace un milione mezzo di euro.

  Vicari, in cambio, avrebbe ricevuto in regalo da Morace un Rolex. L’ex sottosegretario inoltre, avrebbe fatto pressioni per evitare la nomina, come consulente della commissione Trasporti all’Ars, di un personaggio sgradito all’armatore.

«Mi trovo costretta a dover spiegare alcuni passaggi al fine di prevenire interpretazioni arbitrarie distanti dalla realtà. Avrei preferito mantenere il silenzio nel rispetto della magistratura che lavora alacremente per ristabilire la verità dei fatti, ma essendo un esponente politico è mia volontà porre a conoscenza dei cittadini alcuni aspetti importanti. La restituzione del Rolex avviene non per ammessa colpevolezza ma semplicemente perché è, fino ad espressione della magistratura, corpo di reato». E’ quanto si legge in una nota della parlamentare Simona Vicari.

«In rispetto delle leggi di questo Paese, del mio Paese, lo considererò un dono natalizio se così lo considererà anche l’autorità competente – dice Vicari, che s’è dimessa nei giorni scorsi da sottosegretario alle Infrastrutture – . Nel merito delle accuse a me mosse tengo a far sapere ai cittadini che non sono stata così determinante da modificare autonomamente, in barba a Commissioni e Parlamento bicamerale, la legge dello Stato. No. Ho solo contribuito, questo sì, a sottolineare che vi era una disparità sul pagamento dell’Iva tra il trasporto in gomma e quello via mare. Ho trasmesso le richieste della categoria di introduzione dell’Iva al 10% voluta poi al 5% non da me né dal Mit ma dal Mef». «L’attenzione su tale problematica sollevata da Federlinea e Confitarma mi ha permesso quindi di portare avanti l’esigenza non già di una determinata azienda ma di una intera categoria – aggiunge -. Non divulgo la mia memoria difensiva perché oggetto di studio da parte degli organi competenti ma mi sembrava doveroso spiegare tutto ciò». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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