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Catania, operata per la 37ª volta per non farla morire di dolore

Rossella Jannello

13 Giugno 2018, 17:24

Catania, operata per la 37ª volta per non  farla morire di dolore

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CATANIA - Ha scosso molte coscienze la terribile storia della signora Paola Campo Trovato che finalmente domani otterrà quello che chiede inutilmente da quasi un anno: subire il 37° intervento chirurgico per non… morire di dolore.

La donna catanese, oggi 67enne,  vive fra terribili algie dal 1985 per colpa di una maldestra e colpevole isterectomia eseguita al Santo Bambino, poi sanzionata dalla giustizia: durante l’intervento, nel corso della ripulitura della cavità pelvica, due nervi erano stati irrimediabilmente intaccati. Nessuna possibile cura. Tuttavia, dopo molti anni, molti ricoveri in tutta Europa e tanti interventi “esplorativi”, a Pavia nel ’97 un medico impianta alla paziente, nell'addome, una pompa a lento e continuo rilascio di morfina. E un altro medico, a Napoli, qualche tempo dopo, riesce ad alcolizzare i due nervi. Due azioni chirurgiche che le permettono di affrontare meglio l’esistenza, ma che non sono purtroppo esaustive.

Vent'anni dopo l’impianto, il suo organismo sta rigettando quella pompa-salva dolore che deve dunque essere espiantata e riposizionata altrove. E la signora Paola poi non cammina quasi più, per le complicanze neurologiche, e anche l'alcolizzazione dei nervi andrebbe ripetuta, per evitare fitte che, come è capitato in passato, potrebbero anche ridurre la donna in coma. Per questo da anni la paziente è in cura presso strutture siciliane che si occupano di terapia del dolore, che ora esistono anche da noi. Incontrando anche medici validi e competenti. Ma il problema è che per il suo caso complesso è necessario un intervento chirurgico e ricovero e assistenza post-operatoria. E questi ambulatori prevedono tutti solo il day hospital. Succede così al Garibaldi di Catania e al Sirina di Taormina, dove Paola aspetta per quattro mesi inutilmente un posto letto. E poi al Vittorio Emanuele dove è in cura con il dott. Sergio Chisari che utilizza anche la tecnica dell'alcolizzazione dei nervi e potrebbe essere in grado di risolvere ambedue le urgenze della paziente

Ma bisogna aspettare - è quello che viene risposto agli appelli di Paola perché si faccia presto - il trasferimento del reparto al Policlinico, quando aprirà anche il Pronto soccorso. E poi c’è anche il problema della distribuzione dei posti letto nel nuovo San Marco, quando aprirà. E anche il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria Vittorio Emanuele-Policlinico, investito del problema, non risponde. Ed è da questo punto che abbiamo raccontato sulle pagine de "La Sicilia" la storia della signora Paola, che a noi, disperata, si è rivolta. E la pubblicazione ha smosso molte coscienze.

Il caso, oltre a provocare molti attestati di solidarietà alla donna e ad essere oggetto di serrati confronti in ambito ospedaliero, è finito anche all'attenzione del neo ministro della Sanità, la catanese Giulia Grillo, medico anch'essa, la scorsa settimana a Catania per una manifestazione elettorale.

Chi ha preso la decisione finale? Non si sa, ma Paola lunedì ha avuto una telefonata dal Vittorio Emanuele: si presenti mercoledì (ieri per chi legge, ndr), le è stato detto, l’indomani (ovvero oggi) sarà operata. E se a operarla sarà il dott. Chisari, non le è stato però rivelato quale reparto - al Vittorio Emanuele o al Policlinico - accoglierà la paziente, segno forse di una decisione presa in fretta. «Sono esausta - commenta Paola - per il dolore e per la lunga battaglia. So di dovere convivere con questa mia difficile condizione. Ma finalmente spero di tornare ad avere un po’ di pace».