Sea Watch ha tentato di entrare in porto
Fermata dalla Guardia di Finanza
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La Sea Watch ha provato ad entrare nel porto di Lampedusa ma è stata bloccata dalle autorità italiane. «Questa mattina - informa la portavoce della ong, Giorgia Linardi - la nave ha comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali. Alle 14.16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori. La nave ora è ferma a un miglio dall’ingresso nel porto.
E intanto Giorgio Bisegna, avvocato, esperto di diritto dell’immigrazione ha spiegato che non cèì “nessuna possibilità di contestare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, visti i precedenti giurisprudenziali, e nessuna possibilità di applicare il codice della navigazione in merito all’inosservanza del blocco delle forze dell’ordine, vista la sua applicabilità alle sole navi italiane. A Carola Rackete, la comandante della Sea Watch che ha forzato il blocco della Guardia di Finanza portando davanti al porto di Lampedusa 42 migranti soccorsi in mare, sarebbe contestabile solo la violazione del cosiddetto decreto sicurezza bis entrato in vigore lo scorso 15 giugno”.
Bisagna difese il presidente dell’associazione umanitaria Elias Bierdel e il comandante della nave Cap Anamur, Stefan Schmidt che, nel 2004, dopo aver soccorso un gruppo di migranti in mare, disobbedì al divieto di ingresso in acque italiane e attraccò a Porto Empedocle. I due vennero arrestati e processati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, insieme al primo ufficiale Vladimir Dachkevitce, ma furono assolti. «La legge italiana - spiega Bisagna - e le norme internazionali impongono l’obbligo di prestare soccorso a chi si trova in pericolo in mare».