14 dicembre 2025 - Aggiornato alle 13 dicembre 2025 23:44
×

Il convento di San Bernardino a Ivrea donato al Fai dagli eredi Olivetti e da Tim

Un grande progetto di recupero finanziato dal ministero della Cultura e da Compagnia di San Paolo per raccontare l’impresa di Adriano Olivetti

Redazione La Sicilia

23 Giugno 2023, 22:14

8077_Foto-Barbara-Verduci_2023_C-FAI

Il Convento di San Bernardino a Ivrea, che fu Casa della famiglia Olivetti, sarà un nuovo Bene del FAI, grazie alla donazione che annunciano oggi, riuniti nella chiesa del convento, al cospetto di un capolavoro del Rinascimento italiano come il ciclo di affreschi “Vita e passione di Cristo” del pittore Giovanni Martino Spanzotti (1455-1528), Marco Magnifico, Presidente del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, Beniamino de’ Liguori Carino, nipote di Adriano Olivetti, tra i numerosi eredi che hanno donato la chiesa e primo ad aver intuito quest’opportunità, oltre che Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti, e TIMche ha donato il Convento, rappresentata in un video messaggio dal Presidente Salvatore Rossi e di persona da Maria Enrica Danese, Direttrice Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship. 

Concluse le necessarie procedure amministrative,il cantiere aprirà a metà 2024 e durerà due anni: saranno affrontati il restauro conservativo degli edifici storici, l’adeguamento normativo e impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, e larifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l’apertura completa e regolare al pubblico e l’offerta di servizi culturali e di accoglienza. 

Il convento con la sua chiesa, così riuniti nella proprietà e nella gestione del FAI, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro che il Ministero della cultura – oggi rappresentato dal Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi - ha destinato a questo, riconosciuto tra i “Grandi Progetti Beni Culturali” del suo Piano Strategico. Elaborato dal FAI, supportato da studi storico-archivistici e campagne diagnostiche, e condiviso in tutto con laSoprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso Ministero attraverso il Segretariato regionale come Stazione Appaltante.
Il Convento di San Bernardino, che dal 1908 è stato la casa della famiglia Olivetti - di Camillo, di sua moglie Luisa Revel e dei loro sei figli -, dagli anni Cinquanta è divenuto sede del Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti, e tornerà a essere un centro culturale e ricreativo aperto a tutti. Un bene storico da visitare, di cui saranno conservate e valorizzate le testimonianze architettoniche e artistiche quattrocentesche, ma anche un luogo antico che racconta una storia moderna, che qui ancora nessuno racconta: la vicenda umana e familiare, culturale, politica e imprenditoriale di Adriano Olivetti, che ha segnato la storia del nostro Paese.

Convento di San Bernardino / Ivrea, Italy / Ignazio Gardella

Il Presidente del FAI Marco Magnifico ha dichiarato: «A Giulia Maria Crespi, nel centesimo anno dalla nascita, il FAI ha deciso di dedicare questa sua nuova impresa nella consapevolezza dell’unità di atteggiamento, di spirito e di intenti che, pur senza mai essersi conosciuti e facendo parte di due generazioni diverse seppur assai contigue, lega la sua figura a quella di Adriano Olivetti, che come lei ha fatto bene all’Italia e agli italiani. Due figure egualmente mosse da un rigore morale e da un travaglio interiore e spirituale che li spinse (per non dire obbligò) tutta la vita a dedicare le proprie forze migliori a ‘far bene alla Comunità’». 

Maria Enrica Danese, Direttrice Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di TIM, ha sottolineato: «Con la nostra donazione al FAI del Complesso di San Bernardino, un’area di oltre 40.000 mq che include spazi boschivi e ricreativi, abbiamo voluto far diventare patrimonio del territorio, ossia accessibile al pubblico, un bene unico sotto il profilo artistico e culturale. Sono molte le iniziative che stiamo mettendo in campo per la valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani, la maggior parte delle quali ci vedono impegnati sul fronte delle tecnologie e dei servizi per la loro digitalizzazione. Questa volta era necessario partire da un progetto di recupero, restauro e gestione dell’accesso del pubblico e in questo senso il FAI rappresenta per TIM il partner d’eccellenza, in quanto da sempre impegnato nel restituire alla collettività le grandi bellezze italiane. Siamo infatti convinti che la sfida dello sviluppo del nostro Paese debba passare necessariamente per il mondo della cultura attraverso progetti come quello del Complesso che partono da risorse pubbliche e private e si sviluppano attraverso un modello virtuoso di gestione economica. Essere parte di questa iniziativa oggi ci rende particolarmente orgogliosi».