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“Cannoli siciliani”, amore e cucina. «Un libro sulle scelte e sui cambiamenti della vita» (trovate anche un ricetta)

Il nuovo romanzo di Roberta Corradin: un diario a due voci nel Sud Est dell’Isola che racconta passioni e sogni di Arianna e Nisso

Redazione La Sicilia

17 Luglio 2023, 13:06

corradin

Arianna perde sempre il filo. È una single impenitente e giramondo, una giornalista gastronomica che dopo aver scritto della cucina di altri sogna di aprire un ristorante proprio. Vuol cambiare vita e compra un casolare in Sicilia. Nella luce magica del Sud Est incontra Nisso, diminutivo di Dionisso, uno chef che le ricorda Banderas, un «siciliano iconico con gli occhi chiari delle invasioni barbariche». Lui ha le radici conficcate in Sicilia, lei è cittadina del mondo. Lui ha poco più di trent’anni, lei poco più di cinquanta. Si detestano e irrimediabilmente si innamorano.


La loro storia, romantica, fitta di passioni e sogni da realizzare, e quella del loro ristorante ad Avola, è al centro del romanzo di Roberta Corradin “Cannoli siciliani. Mare, amore e altre cose buone” (Giunti) - già nella classifica dei libri più venduti - che sarà presentato il 20 luglio a Marzamemi, poi il 12 agosto a Marina di Ragusa, il 29 agosto a Trapani alla vineria “La pèche”, il 15 settembre da Mondadori a Catania, il 16 settembre a Palazzo Antoci a Ragusa. La scrittrice lo ha presentato sabato scorso a Presa, ospite della rassegna "Un libro fa presa", presentata da Emanuela Pistone, che ha letto alcuni brani del romanzo, seguito dalla cena sociale in piazza con le specialità cucinate dalle mamme del borgo.

Come la protagonista del libro, Roberta Corradin – traduttrice de “Il diavolo veste Prada” e delle fortunate serie di Katherine Pancol e Richard Osman - ha scritto di viaggi e cucina per prestigiose testate. «C’erano i critici di ristoranti e le “ricettare”, le signore che davano ricette – racconta - A “D, La Repubblica delle donne” mi chiesero una rubrica che fosse letta dagli uomini. Per me la cucina era un modo per affrontare il mondo». Ha pubblicato ricette di cucina emotiva in “Ho fatto un pan pepato”, raccontato “Le cuoche che volevo diventare” e 60 anni di storia italiana ne “La Repubblica del maiale”, per poi tingere Scicli di giallo in “Piovono mandorle”. Una piemontese spiritosa e combattiva in movimento tra Roma, Milano, New York, Parigi e Donnalucata. Così, in “Cannoli siciliani” vita e finzione si incrociano, si mescolano fino a confondersi.


«Non è una autobiografia - precisa subito la scrittrice - ma un’autofiction dove ci sono cose romanzate e altre del tutto inventate. Vorrei che questa storia fosse di ispirazione per affrontare i cambiamenti repentini, quei momenti della vita che pensiamo siano negativi ma da cui ci si può tirare su, che spingono a fare una scelta. I cambiamenti sono belli, sono vitali: si può sempre immaginare la vita in maniera diversa».


Con scrittura ironica ed entusiasmo contagioso che fa venir voglia di cambiare esistenza, o quanto meno dà la speranza che si può provare a farlo, Arianna-Roberta vive la vita come una festa, anche quando non lo è. «E’ un libro che fa ridere, sorridere e piangere - racconta mentre impasta il pane - Come tante cose doveva essere in un modo ed è venuto fuori in un altro. Era nato per festeggiare i 15 anni del ristorante “Il Consiglio d’Egitto”, ma la vita sorprende sempre. E’ una sorta di diario a due voci - il marito, la moglie - che racconta gli anni in Sicilia. Mi ha divertito scrivere anche i pensieri al maschile. La celebrazione di un amore, di quello che è stato e di quello che sarà».

Amore per un uomo, per il cibo, per la poesia della vita, per le meraviglie dell’isola barocca. Perché proprio in Sicilia?
«La amo profondamente. Se credessi alla reincarnazione direi che in una vita precedente sono stata alla tonnara di Capo Passero. La Sicilia è greca, è mito: i templi sono qui. E poi c’è la qualità della vita che io misuro in pane, olio, verdure, bellezza e gente che incontri».

Noi siciliani non ci accorgiamo dei nostri tesori?
«Siete assuefatti alla bellezza e alla bontà, se hai solo mangiato questi pomodori non li percepisci più. Per me pane caldo con lo “stratto” è pomodoro e sole. Tante volte l’ho dovuto dire ai siciliani che qui è tutto straordinario».

Curiosa di città, cibo, esseri umani, Arianna rende magico tutto ciò che vede e incontra, come la sua alter ego.
«Mi piace rendere la vita una favola – ride lei - la mia mamma me lo diceva proprio. Mi sento San Francesco, anche con gli oggetti… grazie pentolino che mi fai fare questo tè meraviglioso! Sono molto grata alla vita».

Un romanzo, punteggiato da alcune deliziose ricette - tarte tatin sull’Etna, impanate di prezzemolo, cipolla e acciughe… - che racconta il “mondo” del ristorante, «un’inebriante avventura umana».
«La scrittura non mi ha mai fatto sentire così socialmente utile come quando abbiamo realizzato i pacchi del progetto “Sosteniamo i nostri artigiani” o “Non abbattetevi” durante il lockdown, spedendo cene o prodotti locali in tutto il mondo – dice, confessando l’anima “da suffragetta” - Sono fiera di aver creato una squadra tutta al femminile, di aver creduto nella volontà e nel talento. Una donna di quasi cinquant’anni ha ricominciato da noi come lavapiatti, dopo una vita ingiusta, ed è diventata la seconda in cucina».

Il futuro della Corradin è ancora tra la Sicilia e il mondo.
«Ho un progetto negli Usa, a Cambridge, dove vive il mio amato figliastro – racconta mentre la focaccia di patate, da abbattere e conservare per gli ospiti, prende forma – ma voglio anche aprire le case dove vivo in Sicilia, renderle accessibili per un pranzo o una lezione di cucina. Vorrei far conoscere più da vicino questi luoghi che mi hanno stregata».

LA RICETTA - PANCAKE IBLEO

Come nasce un amore: si incontrano due mondi diversi, uno totalmente siciliano e uno cosmopolita e newyorchese, ecco il pancake ibleo (dal libro di Roberta Corradin)

Di New York mi mancano le colazioni, quei breakfast pantagruelici che ti regalano un’ora in più per chiacchierare a tavola con gli amici. Ma vuoi mettere gli ingredienti siciliani?
Perciò ho creato un pancake ibleo.

Ingredienti per 4 persone

Per i pancakes:

• 4 uova
• 4 cucchiai di farina di grano maiorca • un bicchiere di latte
• un bicchiere di acqua
• un pizzico di sale
• un cucchiaino di lievito per dolci

Per friggere:

• olio di tonda iblea

Per guarnire:

• una fuscella di ricotta appena fatta
• un barattolo di marmellata di arance amare
• cioccolato di Modica in scaglie
• miele di carrubo, o di castagno, o di zagara, o di fico d’India

Amalgamate gli ingredienti dei pancakes, lasciate riposare qualche minuto, friggete un mestolino per volta in un padellino piccolo con un cucchiaino di olio di tonda iblea. Rigirate a metà cottura, tenete da parte. Servite irrorando ogni pancake con miele a piacere, guarnite con una quenelle di ricotta, marmellata di arance e cioccolato modicano a scaglie.

Accompagnate con cioccolata modicana in tazza e con spremuta di sontuosi tarocchi siciliani.
Per la cioccolata modicana, procedete così: spezzate una tacca di una barretta modicana classica, scioglietela in un pentolino a fuoco moderato insieme a 200 cc di acqua, una scorza di arancia e un poco di cannella. Portate a ebollizione rimestando spesso. Dal momento dell’ebollizione riducete la fiamma al minimo e mescolate ininterrottamente per 5 minuti. La cioccolata deve arrivare a una consistenza untuosa.

Versate nelle tazzine da caffè grandi della nonna, quelle di porcellana col bordo sottile che giacciono abbandonate in qualche credenza perché sono troppo grandi per la cultura contemporanea del caffè espresso “un sorso e via”.


Di New York mi mancano le colazioni, quei breakfast pantagruelici che ti regalano un’ora in più per chiacchierare a tavola con gli amici. Ma vuoi mettere gli ingredienti siciliani?
Perciò ho creato un pancake ibleo.
Ingredienti per 4
Per i pancakes:
• 4 uova
• 4 cucchiai di farina di grano maiorca • un bicchiere di latte
• un bicchiere di acqua
• un pizzico di sale
• un cucchiaino di lievito per dolci
Per friggere:
• olio di tonda iblea
Per guarnire:
• una fuscella di ricotta appena fatta
• un barattolo di marmellata di arance amare
• cioccolato di Modica in scaglie
• miele di carrubo, o di castagno, o di zagara, o di fico d’India
Amalgamate gli ingredienti dei pancakes, lasciate riposare qualche minuto, friggete un mestolino per volta in un padellino piccolo con un cucchiaino di olio di tonda iblea. Rigirate a metà cottura, tenete da parte. Servite irrorando ogni pancake con miele a piacere, guarnite con una quenelle di ricotta, marmellata di arance e cioccolato modicano a scaglie.
Accompagnate con cioccolata modicana in tazza e con spremuta di sontuosi tarocchi siciliani.
Per la cioccolata modicana, procedete così: spezzate una tacca di una barretta modicana classica, scioglietela in un pentolino a fuoco moderato insieme a 200 cc di acqua, una scorza di arancia e un poco di cannella. Portate a ebollizione rimestando spesso. Dal momento dell’ebollizione riducete la fiamma al minimo e mescolate ininterrottamente per 5 minuti. La cioccolata deve arrivare a una consistenza untuosa.
Versate nelle tazzine da caffè grandi della nonna, quelle di porcellana col bordo sottile che giacciono abbandonate in qualche credenza perché sono troppo grandi per la cultura contemporanea del caffè espresso “un sorso e via”.