"La mia casa": vita, storie, pensieri e successo di un ragazzo del Sud chiamato Raf

Traslare da un contesto in direzione controvento, non è esercizio idoneo a chi desidera prenderne possesso in modo fugace.

Lo spartito musicale vive su l'anarchia dettata dall'autore, spesso cercata in maniera involontaria, il ruolo odierno del musicista, lo vede protagonista e sornione, appropriandosi spesso di linguaggi e discipline altrui.

La letteratura musicale, trova spazi adeguati sugli scaffali delle librerie, raccontando di storie, vicende, aneddoti, appunti nati da un trasferimento all'altro sulle carreggiate dei live.

In questi giorni, una pubblicazione firmata da un autore musicale che inserisce un titolo alla voce narrativa.

Raffaele Riefoli, in arte Raf, ha dato alle stampe "La mia casa", seconda emissione venti anni dopo "Cosa Resterà", consuntivo dei successi attraverso l'arte della canzone e non solo, in un un paragrafo di tale itinerario risalente al 2004 dal titolo "Conosci te stesso", dichiarava che  nonostante la popolarità piovutagli addosso dai dischi d'oro, vittorie al Festivalbar, la consegna del "Mariposa" avvenuta nel novembre del 2002 ad Isola delle Femmine, una rassegna che tratta la parte letteraria della scena italiana, risultasse una gratificazione inimmaginabile per il riconoscimento attribuito ad "Assolti", canzone denuncia che tratta la frammentarietà della giustizia spesso debole nei confronti dei potenti, premio consegnato dalle mani dell'allora procuratore della repubblica, Piero Grasso.