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Intervista a Mario Biondi: «Sugnu catanisi, che emozione suonare sul palco della mia città per Capodanno»

Il re dei crooner si racconta in vista del concerto del 31 dicembre in piazza Duomo a Catania, il nuovo anno, quello passato, i suoi successi

Simone Russo

28 Dicembre 2023, 20:17

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L’abbraccio di Catania alla notte più attesa dell’anno, il 31 dicembre in Piazza Duomo dalle ore 21 fino alle prime luci dell’alba, una grande festa di musica, intrattenimento e tanto, tanto spettacolo. Sarà questo il Capodanno 2024 del Comune di Catania, organizzato con il sostegno della Regione Siciliana e dell’Ars, in collaborazione con Puntoeacapo Srl. 

Ad accogliere il 2024, insieme a migliaia di persone, ci saranno Tananai e Mario Biondi, ma anche Anna Castiglia, Elena Manuele, Soap ed inoltre dj set di Radio Studio Centrale e la diretta tv di Antenna Sicilia. La conduzione della notte affidata a Chiara Esposito e Ruggero Sardo.

Mario Biondi ritorni nella tua città, cosa ci dobbiamo aspettare su quel palco? Cosa succederà?

«Da un musicista ci si può aspettare un po’ di musica, quello sicuro. Cercheremo di portare la nostra musica e diffonderla per la nostra gente. Buona parte dei musicisti sono catanesi. Siamo tutti piuttosto emozionati e contenti. Abitiamo in diverse parti di Italia, ma siamo dei sostenitori della nostra Terra. È una grande emozione suonare sul palco della mia città. Sicuramente Catania, come città, non dovrebbe farsi dire niente da nessuno al mondo. È una città estremamente bella, vitale e piena di sorprese. Potremmo fare sicuramente di più, penso che anche il catanese singolo potrebbe fare la sua parte, oltre a pensare di essere il numero uno. Noi siamo i migliori, è la nostra mentalità. Anche a Catania potremmo essere i numeri uno, basta volerlo e non farlo rimanere un vantarsi. Ogni tanto ce ne freghiamo della nostra città e non va bene».

Sarà una notte di “passaggio”. Cosa ti ha lasciato questo 2023?

«Il 23 me l’aspettavo ancora meglio, perché da noi il 23 ha un significato importante. Mi aspettavo un po’ più di culo. Guai a lamentarsi, perché stiamo lavorando tanto. È uscito il disco “Crooning Undercove” che sta viaggiando bene. Abbiamo girato tantissimi palchi in giro per il mondo. Non mi posso lamentare».

In questo tuo ultimo album, registrato a Palermo, hai dato la possibilità a dei giovani emergenti di suonare con te. Gli hai proprio dato una bella opportunità.

«Ce la siamo dati a vicenda, sono dei talenti eccezionali. Palermo sta coltivando una fucina di musicisti incredibile. Sono veramente bravi. In questo disco hanno espresso il meglio. Sono molto contento di aver lavorato con loro, sottolineando ca sugnu catanisi».

La musica cosa rappresenta nella tua vita?

«È un elemento vitale. Come l’acqua per il pesce. Sono cresciuto in una famiglia di musicisti. Mio padre era innamorato della musica e mi ha trasmesso questa importante passione».

Cosa ti auguri per il 2024?

«Alla fine di quest’anno e all’inizio di quello nuovo, mi augurerei che ce la finiscano di camuriarrimi con la stessa domanda sui miei figli. Soprattutto la battuta. Ormai c’è questo dilagare di comici e cabarettisti. Tutti si sentono divertenti. Me ne vado al bar e mi sento dire “ma il televisore a casa non ce l’hai?". Rispondo “ma che lavori a Zelig?”. Chiedo all’anno nuovo di avere un po’ più di rispetto per un qualcosa che per me è sacro, come i miei figli»

Nel 2024 si festeggeranno anche i 20 anni da This Is What You Are, come sono andati questi due decenni?

«Sono stati belli impegnativi con grandi soddisfazioni. Grande fatica. È un bilancio assolutamente positivo, ho raggiunto quello che speravo da ragazzo. Ho un mio spazio musicale nel quale espormi. Riesco ad esibire la mia musica. Ho un mio spazio dove potermi esprimere al meglio delle mie potenzialità. Di questi vent’anni sono molto contento».

Il prossimo sarà anche l’ultimo anno di Amadeus al Festival di Sanremo. In un momento storico di musica fluida ha ancora senso il Festival della canzone italiana?

«Al di là dei miei gusti personali che non sono favorevoli a quello che ho sentito in questi anni, posso dire che Amadeus ha sicuramente realizzato dei Festival di Sanremo vincenti. Li ha resi vicini a quello che è l’ascolto della gioventù e quindi ha vinto. Ha svecchiato un Festival che era diventato troppo classico. Non aveva più i risultati televisivi che si aspettavano».