Allevi racconta la malattia, l'emozione travolge Sanremo. "Ho perso molto ma non la speranza e la voglia di immaginare"
«Quando tutto crolla resta in piedi solo l’essenziale». Dopo due anni suona al piano Tomorrow, «perché domani ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello»
Sanremo vola negli ascolti, i trattori puntano al palco ma per ora non sono stati avvistati sul lungomare, e la seconda serata del festival decolla subito con il talento puro di Giorgia. Ma è il ritorno in pubblico di Giovanni Allevi, dopo due anni di cure per il mieloma, a lasciare il segno.
Avvolto dal caldo abbraccio del pubblico, che lo accoglie con una lunga ovazione, il musicista racconta il suo percorso nel dolore e innalza il suo inno alla bellezza della vita e della solidarietà: «All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima», spiega. «Ho perso il lavoro, i capelli, le certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare, come se il dolore mi porgesse inaspettati doni».
Come quello di rendersi conto di essere felice anche suonando davanti a 15 persone, come succedeva all’inizio. «I numeri non contano, perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito». E poi la gratitudine per «la gratitudine nei confronti della bellezza del creato: non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d’ospedale», la riconoscenza «per i medici, gli infermieri e il personale ospedaliero, per la ricerca scientifica senza la quale non sarei qui a parlarvi, per il sostegno che ricevo dalla mia famiglia, per la forza e l’esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo».
E poi l’ultimo dono: «Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo». Poi si toglie il cappello e lascia respirare la sua folta chioma riccia, ormai imbiancata. «Voglio accettare il nuovo Giovanni».
Prima di salutare, il suo di dono al pubblico, che gli ha tributato una lunga standing ovation: «Per dare forza a tutti, suonerò. Ma attenzione: ho due vertebre fratturate, e tremore e formicolio alle dita. Non potendo più contare sul mio corpo suonerò con tutta l’anima». Il brano scelto è Tomorrow «perché domani ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello». Tutti in piedi per lui, anche l’orchestra. «È una delle pagine più belle del festival di Sanremo», dice Amadeus. «Siamo sicuri che tornerà a calcare i palchi di tutto il mondo».
La standing ovation dell’Ariston premia anche Giorgia, che trent'anni dopo incanta con E Poi, regalando al brano un’interpretazione matura in cui gioca con la sua voce facendo i ghirigori, come li chiama lei. E saluta Baudo che la lanciò: "Pippo, ti amiamo». Poi soffia sulle candeline per il compleanno della canzone: «Ama, voglio festeggiare anche i quarant'anni con te, tanto ti ritrovo qua secondo me».
Dopo la maratona di trenta artisti della prima serata, stasera sono in quindici ad esibirsi, presentati dagli altri colleghi e sottoposti poi al giudizio della giuria delle radio e del televoto. E gli abbinamenti, decisi dal sorteggio, riservano spunti interessanti. La Sad, smoking e creste 'stirate' - ma con il volto di Amadeus versione punk dietro le spalle - presentano Renga e Nek. Mr. Rain introduce Alfa, che entra in scena con la scopa di Morandi (che domani, atteso all’Ariston, potrebbe reclamarla indietro), Diodato fa spazio a Dargen D’Amico, appoggiando il suo appello di ieri sera contro la guerra ("cessate il fuoco"): «Condivido pienamente le tue parole». E dopo aver cantato, Dargen chiosa: «Mi sono preoccupato quando ho letto che il mio era un messaggio politico. In vita mia ho fatto tante cazzate, peccati gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica: ero semplicemente guidato dall’amore e dalla sensazione che sono sempre più le cose che abbiamo in comune, ed è su quelle che vorrei concentrarmi».
L’Ariston si scalda per il Volo, e Gianluca Ginoble va a regalare i fiori in platea alla mamma. Giorgia e Amadeus tirano fuori dal baule di ricordi le musicassette, che sessant'anni fa resero la musica «portatile».
Nel festival 'normalizzato' ad aprire un fronte polemico è Matteo Salvini, che chiede chiarimenti sull'accordo tra Rai, Rai Pubblicità e Trenitalia per il treno speciale Roma-Sanremo, che ha «totalmente bypassato il ministero». Era un convoglio "charter, servizio regolarmente offerto da Trenitalia», fanno sapere dalla società.