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Teresa Mannino a Sanremo è uno show: la comica siciliana star del Festival

L'ironia esilarante della co-conduttrice ridona il sorriso ad Amadeus, dopo una giornata di polemiche legate alla performance con John Travolta

Redazione La Sicilia

09 Febbraio 2024, 01:04

mannino

L’ironia di Mannino, l’appello alla pace di Eros Ramazzotti e quello alla dignità per il lavoro di Stefano Massini nella terza serata del Festival di Sanremo. Con il graffio ironico di Teresa Mannino la comicità torna a trovare il suo spazio all’Ariston. L’attrice demolisce la liturgia della scala, «è inutile, ci sono altri otto ingressi», entra in stile diva di Broadway, si stende in braccio a Il Volo, sferza a modo suo la sovraesposizione mediatica del festival: «I giornalisti stanno tutti qua, se succede un fatto nel mondo non lo sapremo mai: è un mese di incoscienza. Sanremo è un grande carnevale. L’unica cosa negativa è che stasera non mi posso vedere Sanremo». Prova a coinvolgere l’operatore della steadycam dietro le quinte: «Ma qua siamo alla Rai, ognuno si fa i fatti suoi». E ironizza sull'abito con le ampie maniche rivestite di piume: «Ce l’ha uguale Jennifer Lopez, ma lei ci va a fare la spesa. Se vado dal macellaio così mi spenna e mi butta nel banco frigo. E comunque prima delle polemiche, sappiate che non ho ammazzato nessun uccello».


Lo show esilarante della co-conduttrice ridona il sorriso ad Amadeus, dopo una giornata di polemiche legate al caso della presunta pubblicità occulta a un’azienda di scarpe nella performance di John Travolta di ieri. «Oggi si è parlato tanto, secondo me forse troppo, di John Travolta e credo non si sia dato il giusto spazio alla straordinaria testimonianza del maestro Giovanni Allevi», sottolinea il direttore artistico aprendo la serata. Ci scherza su, invece, Fiorello, coinvolto nell’imbarazzante qua qua dance con la star hollywoodiana: «Se avessimo scippato due anziani fuori dalla posta ci avrebbero insultato di meno, lo scippo è meno grave del ballo del qua qua», ride lo showman in collegamento dall’Aristonello. «Abbiamo avuto una denuncia dall’associazione papere italiane: è la cosa peggiore successa alle papere dopo la caccia».

Amadeus dà poi il bentornato in Rai a Massimo Giletti, seduto in platea: «Tornare nell’azienda in cui sono nato e cresciuto è un’emozione molto intensa: la dedico a tute le persone che sono qui, che mi hanno dato un calore nei momenti difficili che non posso dimenticare», dice il giornalista che il 28 febbraio condurrà in prima serata su Rai1 dedicata ai 70 anni della tv.

Terra promessa

Per i 40 anni di Terra Promessa, con cui vinse tra le Nuove Proposte, torna ospite Eros Ramazzotti. Trascina il teatro in un mega karaoke, poi lancia il suo appello: «Ci sono quasi 500 milioni di bambini che vivono in zone di conflitto, altri milioni che non vedranno mai la terra promessa: basta sangue, basta guerre. Pace! I nostri pensieri forever». Un pensiero al padre, «mi ha dato la spinta», un grazie a Sanremo da cui tutto è iniziato, e poi tre momenti indimenticabili della carriera: "L'arrivo a Milano da Roma: non vedevo la città, c'era nebbia, ma mi piaceva la carica della città tra musica, moda, arte; la firma con la Sony nel '95 e poi l’incontro con Tina Turner che vorrei ricordare stasera».

L'uomo nel Lampo

Dopo aver ospitato ieri la straordinaria testimonianza di Allevi sul dolore e sulla malattia, un inno alla bellezza della vita e della solidarietà, il festival apre stasera un momento di riflessione sulle morti sul lavoro. Stefano Massini e Paolo Jannacci cantano L’uomo nel lampo, storia di un operaio che muore in un’esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi. «Il lavoro è un diritto che non prevede la morte, proteggere i lavoratori è un dovere», dice Amadeus. E Massini: "C'è un amore di cui non si parla mai, ma fondamentale, quello che dovremmo avere per i nostri diritti, quelli che ci spettano, chiunque tu sia. Viva la dignità».

Scatenate l'Inferno

Sfilano sul palco gli altri quindici artisti che non si sono esibiti ieri sera, presentati dai colleghi "a riposo", in mezzo un altro ritorno: quello di Russell Crowe, qui per suonare con la sua band, The Gentlemen Barbers, a 23 anni dalla performance al festival di Raffaella Carrà, sull'onda del successo del Gladiatore.

«Al mio segnale scatenate l'inferno». Il Gladiatore è tornato all’Ariston e l’epica battuta del kolossal di Ridley Scott risuona con tutta la potenza della voce originale di Russell Crowe, che la pronuncia in italiano, ospite stasera all’Ariston con la sua band The Gentlemen Barbers con cui esegue Let Your Light Shine.

Poi abbraccia Mannino urlando «Teresa» e, in guizzo di ironia, quando l’attrice cita, tra le altre star con origini italiane, John Travolta, mima con ironia il ballo del qua qua, tormentone della giornata dopo lo sketch da dimenticare di ieri con l’attore della Febbre del sabato sera.

C'era un ragazzo

L’Ariston acclama poi il ritorno di Gianni Morandi, co-conduttore dell’edizione 2023. «Mi sembra non sia neanche passato un anno», dice Amadeus. «Fra noi è sbocciata una vera amicizia. E a un certo punto a colazione qualche giorno fa ho pensato: mi manca Gianni Morandi, e l’ho chiamato».

I due lanciano Teresa Mannino: «Da piccola volevo fare la cantante, mia sorella mi diceva sei stonata e quando canti tu piove, e pioveva. Stasera devo fare lo sfregio a mia sorella, cantare a Sanremo». E chiede a Morandi di cantare C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. «In questo momento - dice l’attrice - ne abbiamo davvero bisogno». Tutto l’Ariston canta con lui.

Il monologo

Torna il monologo sul palco dell’Ariston con l’intervento di Teresa Mannino: la finta superiorità dell’uomo, la perfezione della natura, il potere "di" preferito al potere "su".

«Siamo nel 2024 - riflette l’attrice, alternando il registro serio a quello comico - ma ragioniamo come 2524 anni fa. Il filosofo greco Protagora diceva che l’uomo è misura di tutte le cose, e per noi l’uomo ricco, bianco e occidentale è misura di tutte le cose, solo che l’ha persa, pensa che tutto il resto del mondo sia a sua disposizione e quello che non serve viene eliminato E le donne? Che fanno? Eppure sono indaffarate. Parliamo allora di essere umano, ancora meglio di animale umano. Il 60% del nostro patrimonio genetico è uguale alle banane, per quello - scherza - si dice "mi sono sbucciata le ginocchia", con le scimmie è uguale al 98%, solo che l’informazione non è molto diffusa, gli scimpanzé ci tengono a non farlo sapere. Ci sentiamo superiori perché parliamo, in realtà gli animali e le piante lo fanno in altro modo. I babbuini, per esempio, si salutano strizzandosi il pene».

Poi l’elogio delle formiche tagliafoglia, che hanno creato un perfetto sistema agricolo in cui i maschi servono solo a procreare, «non gli fanno neanche buttare la spazzatura, l’unico compito è fornire gli spermatozoi, che stanno nella spermateca della regina, me la devo fare pure io la spermateca… il loro compito è il volo nuziale, si accoppiano e dopo muoiono perché non servono più. Ma quanto sono avanti! Non hanno problemi a gestire gli ex e i maschi felici perché la loro vita è un’unica grande scopata».

«Gli animali umani invece - chiosa Mannino - preferiscono il potere sugli altri uomini, sulle donne, sui bambini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma il potere di, che ha un’altra energia, il potere di ridere e far ridere, di vestirmi con le piume, di cantare stonata, di ballare per strada. Non sono disposta a ignorare le storie non ancora passate, se non è passato non è il momento di passare oltre».