"Se Colapesce si stancasse", il viaggio inchiesta nella Sicilia che non si vuole bene
Si intitola "Se Colapesce si staccasse" (Navarra Editore, 126 pp, 12 euro) ed è il nuovo libro inchiesta del giornalista Alan David Scifo. Perché questo titolo? Prende spunto dalla mitologica figura che sostiene la Sicilia e la Sicilia è in pericolo e Colapesce ha bisogno di aiuto a sostenere la colonna che regge l’isola. La mano dell’uomo ha inquinato terra, acqua, e aria, così che l’essere mitologico, metà uomo e metà pesce si sta chiedendo se vale ancora la pena sorreggere questa terra. Se Colapesce si stancasse è un viaggio nei luoghi più inquinati della Sicilia, da Milazzo a Gela, da Agusta a Vittoria, tra poli petrolchimici, mercurio, plastica nera e mare inquinato, pesci deformi e navi affondate, raccontati dalla voce dei tanti “Colapesce” che ancora vogliono credere in un futuro migliore e lottano con tutto il cuore. Ma questo libro va oltre la Sicilia, è un grido d’allarme che l’intera terra ci lancia, un aiuto a cui dobbiamo rispondere: presente, io voglio aiutare Colapesce.
Si occupa di Lampedusa e del radar installato dall’aeronautica militare nel 1986 fino alla fine degli anni Novanta, forse causa della morte di almeno 7 vigili del fuoco e delle malattie di altre 13 persone. Il dispositivo, infatti, si trovava nelle vicinanze della caserma dei pompieri dell’isola e provocava diversi disturbi ai vigili del fuoco.
Si occupa dell'inquinamento di Gela, Augusta e Milazzo dove nei tre poli petrolchimici dell’isola i tassi di tumore e malformazioni sono sopra la media. A combattere contro l’inquinamento sono rimasti in pochi che non hanno voce. A Gela c’è il record europeo di bambini con malformazioni negli ultimi 15 anni e anche dopo la conversione in bio continuano i problemi. Ad Augusta il mare è stato per anni inquinato e la fauna presenta diverse malformazioni che si ripercuotono sulla salute persone, il mercurio ha tassi elevatissimi e ormai si è diffuso nell’atmosfera, mentre la bonifica sembra ancora un miraggio. A Milazzo, dove venivano piantati limoni, l’industria ha distrutto tutto e adesso i bambini nei loro disegni colorano il mare e le ciminiere. Si muore di tumore e le continue esplosioni non fanno dormire sonni tranquilli gli abitanti di Pace del Mela.
Si occupa delle navi affondate nel Mare di Sicilia: mentre in Calabria si è cercato di fare chiarezza sul traffico di rifiuti radioattivi tra Africa e Italia, in Sicilia non si è mai “scavato” per trovare la verità sulla possibilità di rifiuti interrati, come confessato anche da un collaboratore di giustizia.
E poi l’amianto che uccide: la fabbrica mai bonificata di Casteltermini-Campofranco continua ad uccidere anche a 40 anni dalla chiusura. Uno dei pochi ex operai rimasti in vita fa la lista dei suoi colleghi, il 70% dei quali non è morto di vecchiaia ma per problemi di salute, dopo aver lavorato nella Montecatini che lavorava i sali potassici estratti dalle miniere.
Il libro inchiesta nasce dal lavoro che Scifo porta avanti da anni per diverse testate (La 7, Rai 2, Il Fatto quotidiano, L’Espresso, TPI) e con progetti autonomi ed è un ideale proseguimento del suo primo libro “Sud del Sud”, uscito nel 2019. "Con Se Colapesce si stancasse" l’autore allarga il suo campo di indagine a tutta la Sicilia ma focalizza il suo sguardo sulle questioni ambientali legati all’inquinamento industriale e alla gestione dei rifiuti. Il libro narra così la storia dell’inquinamento che sta uccidendo la Sicilia, dal mare di Augusta a Gela, dalle miniere di Caltanissetta alla fabbrica Montecatini all’isola Lampedusa, dalle cave di Trapani alla costa mediterranea da Palermo a Trapani passando per Porto Empedocle e si concentra sulla correlazione (spesso negata) tra danni ambientali e malattie: nei territori in cui sono presenti gli ecomostri altissimi sono i casi di morte per malattie polmonari, tumori, infezioni e malattie congenite rare. Tragedie colossali e silenziose che si scontrano con l’immobilismo e la corruttela delle istituzioni.
Le prime due presentazioni si terranno il prossimo 18 aprile alla Biblioteca Lucchesiana di Agrigento con il neio procuratore di Gela Salvatore Vella e con il giornalista Gero Tedesco e ad Aragona il 21 aprile, con don Angelo Chillura e il giornalista Luigi Mula. Il 12 maggio invece sarà presentato al Salone del libro di Torino con Enrico Bellavia, direttore dell'Espresso che ne cura anche la prefazione.