25 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:29
×

Gigi Finizio e il legame con Napoli che ha fatto la storia della musica partenopea

Due concerti in Sicilia a Palermo e Catania

Salvo Pistoia

18 Aprile 2025, 14:31

476837966_1185640442927193_994068579585113904_n

Quanto si può scrivere sulla città di Napoli che non sia stato scritto, la napoletanità, la storia, strade, vicoli, gli umori, il teatro, musicisti, attori, contraddizioni e virtù?

Gigi Finizio, da anni ne rappresenta voce al paragrafo canzone partenopea, espressione di sentimento e passione, il passepartout legato alla prossima stagione estiva si chiama "Songh'Io", una melodia estesa al tema del tradimento e attinente biglietto del ritorno, in previsione dei due concerti siciliani, Palermo 9 agosto - Velodromo Paolo Borsellino, Catania 11 agosto - Villa Bellini,  abbiamo incontrato il popolare cantante.

«Il tradimento è un luogo comune del nostro tempo sotto vari aspetti, non ho la pretesa di analizzarne motivazioni, la mia è una semplice canzone che disegna una storia tra due persona, il ritorno alla passione dopo una fase convulsa».

Lo scorso mese di marzo hai interpretato "Quando" nel memorial dedicato a Pino Daniele in  Piazza del Gesù a Napoli.

«Composta per il film di Massimo Troisi "Pensavo fosse amore...invece era un calesse", la parte delicata ed interiore di Pino per il suo amico, una gratificazione averla cantata».

Il legame con il tuo pubblico.

«Sincero e schietto, un rapporto onesto senza tante chiacchiere, naturalizzato da un affetto reciproco»

Napoli odierna.

«Appartengo ad una generazione formatasi sul percepire l'emozione, distante dall'uso di trucchi e aggeggi elettronici, se vengono utilizzati al fine di un'idea, di un arrangiamento, sono d'accordo, se viene prevaricato questo confine tendo al totale dissenso».

Sanremo.

«Carlo Conti come già Pippo Baudo, si muove osservando classico e moderno per farli coesistere, ritengo sia la soluzione preferibile». 

Periodo storico complicato, riusciremo ad uscirne da questo labirinto.

«Non sono un veggente, la domanda implica parecchie perplessità, la vita, le guerre, le infinite battaglie quotidiane, la speranza nella ragione umana che possa prevalere ogni forma ostile alla convivenza civile».