Eurovision, la tv spagnola contesta il televoto: come ha fatto Israele ad arrivare al secondo posto?
Non si placano le polemiche sul Festival Eurovision: la radiotelevisione pubblica spagnola Rtve chiederà formalmente all’Unione Europea di Radiodiffusione (Uer) di aprire un dibattito sull'adeguatezza del sistema di televoto e una verifica del voto dell’audience, sollevando dubbi sul suo condizionamento per i conflitti bellici in corso.
L’iniziativa, annunciata da Rtve in un messaggio su X, dopo che la rappresentante della Spagna, Melody, si è classificata penultima e Israele ha vinto il televoto nonostante abbia ottenuto un punteggio modesto - solo 60 punti - da parte della giuria di esperti del concorso.
Rtve ritiene che l’esito del televoto sia stato condizionato dagli attuali scenari di guerra, compromettendo la natura culturale del concorso. E ha evidenziato come nelle semifinali, i paesi coinvolti in conflitto, Israele e Ucraina, abbiano entrambi vinto il voto del pubblico.
La presa di posizione dell’emittente pubblica spagnola segue un messaggio trasmesso all’inizio della finale di Eurovision in cui si leggeva: «Pace e giustizia per la Palestina», un gesto che aveva precedentemente portato l’Uer a minacciare Rtve con "multe punitive" per le prese di posizione politiche. I presentatori spagnoli di Eurovision avevano già sollevato la questione del conflitto a Gaza durante la semifinale, ricordando il numero elevato di vittime del conflitto di Israele, fra cui molti bambini. E la Spagna, assieme ad altri Paesi, aveva messo in discussione la partecipazione di Israele al concorso.