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Cannes, la Palma d'oro e i premi per gli attori e i registi: chi ha vinto e chi ha perso

Si è chiusa la 78esima edizione del Festival francese

Francesco Gallo

25 Maggio 2025, 10:56

cannes

Non poteva essere che così, il vincitore della Palma d’oro della 78/a edizione del Festival di Cannes, è stato il regista iraniano Jafar Panahi con 'A Simple Accident', miracolosamente presente al Grand Théâtre Lumière, lui che è sempre stato nei festival il cineasta dalla sedia vuota, quello perennemente assente. E questo in un Palmares molto equilibrato, ma anche pieno di coraggio: basti pensare al Premio speciale a Resurrection del regista cinese Bi Gan, un film monstre, onirico, su cui non aveva scommesso nessuno e anche all’esclusione della cinematografia Usa, in particolare Nouvelle Vague di Richard Linklater che aveva fatto un omaggio al cinema francese dedicando un intero film a Godard e non ha preso neppure una menzione.

Cannes premia invece con il Grand Prix, il secondo premio per importanza, il bergmaniano Sentimental Value di Joachim Trier, una bellissima e ruvida storia familiare di stampo teatrale in una casa di artisti del nord Europa. Attori straordinari, da Renate Reinsve a Stellan Skarsgård. Ex aequo poi per il Premio della giuria che va a Sirat e Sound of Falling. Il primo è un film pieno di musica con la storia di Luis, bravo e solido padre che sta cercando la figlia di vent'anni. Si entra con questo film nel rumore più assordante di un rave nel deserto del Marocco e tra le persone più eclettiche possibile alle prese con tutto ciò che le possa stordire, mentre Sound Of Falling di Mascha Schilinski è un film opposto, difficilmente classificabile, ma pieno di suggestioni, poesia, estetica e mistero. Al centro di tutto la storia di quattro ragazze, Alma, Erika, Angelika e Lenka, appartenenti a epoche diverse, che nel corso di cento anni si muovono nella stessa fattoria tra mille poetiche suggestioni. Immagini straordinarie.

O Agente Secreto di Kleber Mendonça Filho fa invece doppietta: vince infatti per la regia e per il miglior attore, Wagner Moura. Di scena un thriller politico con un agente sotto copertura operativa pieno di impacci e umanità nel Brasile del regime dei Gorillas. Nadia Melliti è la miglior attrice per La Petite Dernière di Hafsia Herzi nei panni di Fatima, la figlia più giovane di una famiglia di immigrati algerini, che lascia il suo liceo in periferia del centro città per passare a una scuola di lusso. Per lei è guerra tra tradizioni familiari e nuovi codici di vita.
Ai fratelli Dardenne forse potrebbe andare stretta la miglior sceneggiatura per Jeunes Mères perché, almeno alla vigilia, erano tra i favoriti, ma sarebbe stato impossibile comunque non avere un premio con questa storia commovente che è un inno alla maternita. Infine, una considerazione su Fuori di Mario Martone, l'unico film italiano in corsa, che purtroppo non ha vinto nulla. Tra le motivazioni che sono stato oggetto di commenti tra gli addetti ai lavori quella che è prevalsa su tutte è il fatto che tra i protagonisti del film, vero fondale di quest’opera, c'erano quegli anni Settanta italiani davvero troppo complessi e
sicuramente poco conosciuti all’estero.