Dal palco di Amici al Centro Sicilia: Jacopo Sol racconta i sogni che diventano realtà
Il palco del Centro Sicilia ha vibrato al ritmo delle emozioni di Jacopo Sol, che ha presentato al pubblico il suo attesissimo primo EP dal titolo “Dove finiscono i sogni?”. Un appuntamento che ha permesso al numero pubblico di immergersi nelle sonorità e nelle storie di un artista che, con la sua musica, si sta facendo sempre più strada nel panorama italiano. Tra i volti più apprezzati di “Amici 24” ha presentato il suo Ep che racchiude esperienze, emozioni e tutta la sensibilità dei suoi 22 anni. «Questo progetto – spiega Jacopo Sol - mi racconta a 360 gradi, esplorando la natura dei sogni: hanno un limite o possono spingersi all'infinito? Da bambino ho iniziato a suonare la chitarra e sognavo di fare della musica la mia professione. Crescendo, i miei sogni si sono fatti sempre più grandi, e poi è arrivata l'esperienza di Amici, che ha superato ogni mia aspettativa. Questo mi ha fatto riflettere su quanto lontano possano arrivare i sogni. Oggi sto vivendo esperienze meravigliose, un sogno ancora più grande. Forse, i sogni non hanno davvero limiti e non finiscono mai».
Da bambino cosa conteneva il tuo cassetto dei sogni?
«Sognavo di fare la rockstar su dei palchi importantissimi e grandissimi. Di divertirmi tantissimo. Di vedere una infinità di persone. Ora che sono avvolto tanto calore e da tanti messaggi, forse il sogno è proprio continuare a trasmettere qualcosa alle persone. Riuscire a trasmettere emozioni e continuare a raccontarmi. Sogno di continuare a vivere tante emozioni forti e di essere pieno in tutti i sensi. Trasmettere questa vita alle persone».
All’interno di “Estremo” racconti che “l’amore è un male a cui non c’è rimedio”, come mai una “dichiarazione” cosi forte contro questo sentimento?
«Ho sempre vissuto l'amore in modo molto intenso, una forza che, pur non essendo un male in sé, può ferire profondamente. Ho attraversato esperienze bellissime e altre difficili, alcune concluse bene, altre meno. Con "Estremo" volevo raccontare proprio quel momento in cui l'amore ti pervade così tanto da annullare ogni altro pensiero. E anche se in passato l'ho vissuto con sofferenza, ora lo vivo pienamente e ne sono felice».
Quando capisci che è il momento giusto per scrivere una canzone?
«Non c'è mai un momento preciso per scrivere. A volte, subito dopo un'esperienza, sento l'urgenza di raccontarla. Altre volte, invece, mi prendo il mio tempo. Spesso, infatti, è necessario lasciar decantare i pensieri per poterli soppesare e renderli più lucidi. Scrivere mi ha spesso aiutato in questo processo di realizzazione. Quindi, anche se non esiste un istante prestabilito, il momento in cui scrivo è esattamente quello in cui capisco ciò che sto mettendo nero su bianco».
Fin da piccolino i tuoi genitori ti hanno fatto ascoltare la grande musica, quanto ha influito questa tua cultura musicale nel diventare oggi Jacopo Sol?
«Devo tantissimo alla mia infanzia e alla mia famiglia. Ho avuto la fortuna che i miei genitori mi abbiano sempre circondato di musica, da Pino Daniele a David Bowie. Crescendo, mi sono innamorato dei Beatles e ho ascoltato così tanta musica. Sono il risultato di tutte quelle influenze».
L’Ep “Dove finiscono i Sogni?” si chiude con una tua personale versione di “Hotel California”. Brano che hai presentato ad Amici e che è diventato virale sul web. Commenti e condivisioni da tutto il mondo. Te lo aspettavi?
«Sinceramente no, non ho grandi aspettative. Voglio vivere ogni momento senza sovrastrutture, per non rischiare delusioni. È stato incredibile cantarla e vedere l'impatto che ha avuto sulla gente. Questa canzone mi trasporta in una dimensione diversa, come se avessi il vento in faccia».
Hai scritto “Niente di male” per Giorgia, hai donato un pezzo di te ad una grandissima artista del panorama musicale nazionale, come è nata questa collaborazione?
«È nata per caso, senza alcuna costruzione. A volte mi metto in studio e scrivo senza un obiettivo preciso. "Niente di male" è emersa proprio così, da un giro di piano e un paio di voci, era solo una bozza iniziale. Quando scrivo anche per altri, non decido in anticipo a chi sarà destinata. Solo una volta terminato il pezzo capisco se può "vestire" bene me o un altro artista, e non ho problemi a cederla. La collaborazione con Giorgia è stata incredibile, non me l'aspettavo affatto. È stato un piacere enorme lavorare con una voce così importante nel panorama musicale italiano».
Prima “Sanremo Giovani” e poi “Amici 24”, a mente serena cosa ti hanno lasciato queste esperienze a soli 22 anni?
«Entrambe le esperienze sono state incredibilmente formative e costruttive, seppur in modi diversi. Sanremo Giovani, con i suoi tempi più ristretti rispetto ad Amici, mi ha insegnato a essere pronto per un palco così importante, dandomi la possibilità di vivere il mondo della musica in maniera più seria. Con Amici, tutto questo percorso si è coronato. Devo tantissimo a questa esperienza, non solo a livello tecnico, ma soprattutto per la conoscenza di me stesso che mi ha offerto a livello personale. Ho imparato a farmi domande e a trovare risposte sul mio carattere, a capire chi sono veramente. E proprio perché l'ho capito, mi sono promesso di mantenere salda questa consapevolezza e di non cambiare mai».
Quindi possiamo dire che c’è un Jacopo prima e un Jacopo dopo Amici?
«Sì, è stata un'esperienza ricca di emozioni che mi ha profondamente cambiato. Non tanto perché sia io a essere mutato, ma perché è cambiato il mio modo di vedere le cose».
