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"Nella terra del tempo sospeso", Lamiani racconta Marettimo tra tradizione e modernità

Il primo libro del giornalista catanese. Storie nella storia. Che si intrecciano con momenti assolati di vita vissuta, barche, amici e grasse risate

Francesca Aglieri Rinella

27 Maggio 2025, 16:27

Lamiani

Le strategie per la riconquista di un orologio, spedito dai compaesani emigrati negli Usa e mai arrivato a destinazione, si intrecciano con il quotidiano della comunità di una delle più piccole isole degli arcipelaghi siciliani, Marettimo, che fa i conti con le novità del progresso, rimarcando però il valore delle tradizioni che per secoli hanno scandito il vissuto degli isolani. È «verità e narrazione, ma anche fantasia» “Nella Terra del tempo sospeso. La leggenda dell’isola senza orologio”, l’opera prima che il collega e amico giornalista Francesco Lamiani ha presentato a Catania, alla Gam, la Galleria d’arte moderna, nell’ambito del festival letterario “Vulcanica”. Con lui, in un’amichevole conversazione, Leonardo Lodato, caporedattore del nostro quotidiano e Davide Gioia, attore della scuola di doppiaggio Voice Art Dubbing, che ha interpretato alcuni brani tra i più significativi. Un libro (pubblicato da Edizioni Efesto) che - spaziando dal dopoguerra fino ad affacciarsi ai primi anni del terzo millennio - racconta vicende in cui la realtà dei fatti accaduti viene trasfigurata dall’immaginario poetico mettendo sullo sfondo l’eterno confronto generazionale tra visione comune nel rivendicare il diritto all’identità e la necessità di stare al passo con i tempi.

La genesi del libro

«Tutto nasce da un’esigenza – ammette Lamiani - da un contrasto di vita vissuto in maniera devastante. La molla è scattata tantissimi anni fa, nel 2008, dopo avere concluso un’importante esperienza televisiva in città e prima di trasferirmi a Roma per un nuovo lavoro: mi sarei occupato di sport per una pay-tv . Ricordo di essere passato da una lunga estate a piedi nudi, sull’isola, alla vita di una delle città più frenetiche d’Italia, la Capitale. E il famoso orologio di cui si parla è stata l’occasione per raccontare quei tanti episodi contenuti nel libro che sono verità e che attingono, per larghissima parte, a fatti realmente accaduti. Oltre alla fantasia, s’intende…». «Ecco, nonostante di giorno fossi pagato per scrivere e per scrivere tanto - aggiunge Lamiani - la sera mi dedicavo al libro per riconciliarmi con quell’isola che ritengo sia il luogo dell’anima, il posto in cui mi sento davvero io. Quel posto in cui mi piacerebbe anche poter riabbracciare chi questo libro non ha potuto leggerlo (e il pensiero vola all’amico Natale Bruno, ndr)…». Storie nella storia. Che si intrecciano con momenti assolati di vita vissuta, barche, amici e grasse risate. Nella terra del tempo sospeso, appunto.